
L’Osservatorio Giovani-Editori cambia nome e sbarca in Spagna
Un nome nuovo, una missione antica. L’Osservatorio Permanente Giovani-Editori, nato a Firenze nel 2000, cambia pelle e diventa “Osservatorio for independent thinking”. Colore blu, occhio stilizzato, stessa promessa: aiutare i giovani a pensare con la propria testa.
Andrea Ceccherini, presidente e fondatore, annuncia la svolta dopo venticinque anni di progetti – Il quotidiano in classe, Young Factor, Crescere tra le righe – più di un milione di studenti coinvolti, oltre 12mila insegnanti formati e coinvolti nel progetto. Ora l’obiettivo è più ambizioso: uscire dai confini italiani. Prima tappa, la Spagna. A fine ottobre il debutto con partner editoriali come El País, Abc e La Vanguardia. E con il sostegno finanziario di Banco Santander, Fundación La Caixa e Fundación Mapfre.
Il nuovo brand serve per parlare al mondo, ma anche per intercettare sfide diverse. La più urgente: difendere i ragazzi dalla manipolazione online. «Gli algoritmi ci chiudono in mondi sempre più piccoli», avverte Ceccherini. La risposta è un progetto di tech media literacy, che insegni a distinguere notizie e propaganda, a usare la rete senza farsi usare.
Non è un semplice rebranding. È un processo di internazionalizzazione già avviato, ora reso visibile. L’Osservatorio resta fedele alla sua origine, ma si affida a una rete di banche, fondazioni e quotidiani per allargare la portata. Non più solo lettura dei giornali in classe, ma un ecosistema di educazione critica, dall’economia alla tecnologia.
La promessa non cambia: allenare i giovani alla libertà di pensiero. In Italia, dove tutto è iniziato. E fuori, dove i confini non sono più barriere ma moltiplicatori di sfide. «Oggi – ha spiegato Andrea Ceccherini – rinnoviamo una promessa: quella di allenare milioni di giovani a sviluppare la competenza più preziosa che ci sia: la libertà di pensare con la propria testa, per tenere la propria vita in pugno. Questo è Osservatorio for independent thinking, un luogo dove il futuro non si subisce, si costruisce. Insieme».
Fonte: Il Sole 24 Ore