
Madagascar, i militari prendono il potere dopo le proteste della Gen Z
Il presidente malgascio, Andry Rajoelina, aveva chiesto «un anno di tempo» per sanare le fratture interne al Paese e ripristinare gli equilibri. Non ci sono stati margini. La crisi del Madagascar, l’isola da oltre 30 milioni di abitanti a largo della costa dell’Africa australe, è entrata ufficialmente in una nuova fase con l’annuncio della presa di potere del Capsat, la divisione dell’esercito che si era già insubordinata e aveva aderito alle rivolte della Gen Z contro Rajoelina.
Il colonnello Michael Randrianirina ha comunicato in simultanea l’ascesa al potere «a partire da oggi» e la nomina «entro alcuni giorni» di un governo civile. «Saranno i militari a svolgere le funzioni della presidenza» ha dichiarato Randrianirina, preannunciando la dissoluzione di Senato e Corte costituzionale. In precedenza il parlamento malgascio aveva votato per l’impeachment di Rajoelina, evacuato d’emergenza su un volo francese la scorsa domenica dopo l’ondata di proteste giovanili e lo strappo di alcune divisioni dell’esercito a favore delle proteste.
Ora il destino dell’isola sembra in bilicon fra l’onda lunga di un movimento nato spontaneamente contro corruzione e mala gaestio e un’incursione militare che sembra avvallare le ombre del «complotto» evocate da Rajoelina.
Dal taglio dell’elettricità alla fuga di Rajoelina
Il crescendo è stato rapido. Le manifestazioni guidate dal movimento della Gen Z Mada, gli under 30 del Madagascar, sono dilagate a fine settembre su ispirazione delle ondate di dissenso «generazionale» propagate dal Nepal alle Filippine e già anticipate dalle fibrillazioni dei giovani di Kenya, Uganda e Nigeria nel 2024. La miccia ufficiale delle proteste, scoppiate in simultanea a quelle del Marocco, è stata la sospensione dei servizi idrici ed elettrici e idrici in un Paese già stremato da tassi crescenti di povertà e disoccupazione. Il dissenso è confluito in fretta in una protesta più ampia contro la presidenza di Rajoelina, accusata di corruzione e inefficienza rispetto alle fragilità sociali che tengono sotto scacco uno dei Paesi più poveri su scala africana e globale.
Rajoelina, salito al potere dopo i sommovimenti politici del 2009, ha tentato prima di reprimere il dissenso con la linea dura e poi aperto un tentativo negoziale con i manifestanti, salvo scontrarsi sull’ostilità di una piazza infiammata dalle violenze della polizia contro i manifestanti. Stime delle Nazioni unite diffuse all’inizio della climax parlavano di 22 vittime, allargando una frattura sempre più profonda con i giovani di Gen Z Mada. La defezione della Capsat, una forza che era stata strumentale all’ascesa di Rajoelina, ha accelerato ulteriormente una uscita di scena avvenuta con il sostegno dirett0 della Francia di Emmanuel Macron. Rajoelina ha abbandonato l’isola domenica su un volo richiesto da Macron, in soccorso di un leader vicino all’Eliseo.
Fonte: Il Sole 24 Ore