Mal di budget, nuove denunce di pressioni commerciali sulle reti di vendita

Mal di budget, nuove denunce di pressioni commerciali sulle reti di vendita

«Il 28 novembre incontreremo di nuovo l’azienda – ha ricordato Antonio Continolo, referente Uilca in Bper e componente della commissione sulle politiche commerciali – e faremo il punto sulle segnalazioni di pressioni commerciali. Tra marzo e settembre, come già indicato nel comunicato, sono state 196. Da fine settembre a oggi ne sono arrivate altre 80».

A Bper è stato chiesto un commento sulla situazione ma l’istituto ha declinato l’invito.

Il clima in Findomestic

Situazione di tensione anche in Findomestic Banca (gruppo Bnp Paribas). In un comunicato congiunto del 3 novembre scorso, i sindacati bancari hanno segnalato che «negli ultimi mesi si è registrato un evidente aumento delle pressioni in tutta l’azienda: pressioni che nel canale diretto hanno oggettivamente superato il limite. Gli obiettivi diventano sempre più sfidanti, spesso scollegati dalla realtà quotidiana che le persone devono affrontare». Gli effetti di questa situazione? «Il risultato è un ambiente in cui regnano disorientamento, frustrazione e un progressivo distacco emotivo dal proprio lavoro». Poche le segnalazioni. «In pochi fanno segnalazioni alla commissione per le politiche commerciali per paura di ritorsioni – afferma Simone Piuri, segretario First Cisl in Findomestic Banca oltre che tra i componenti della commissione –. Segnalano a noi le pressioni privatamente o, mi risulta, ne stanno parlando con il medico aziendale».

La risposta di Findomestic: «Il tema delle politiche commerciali è un tema esistente in tutte le banche e Findomestic è stata una delle poche ad averlo trattato recependo, con un accordo sindacale interno, l’accordo nazionale sulle politiche commerciali». Viene poi aggiunto che «al momento, non sono pervenute segnalazioni specifiche su questo tema, ma ciò non significa che Findomestic non prenda nella massima considerazione tutti gli elementi critici, compresi quelli individuati dalle rappresentanze sindacali nel loro prezioso lavoro».

Intesa Sanpaolo in Abruzzo

Clima teso in Abruzzo per Intesa Sanpaolo. Il 30 ottobre vi è stato a Chieti l’incontro trimestrale dell’area con la direzione regionale. Ebbene, sono venuti fuori gli stessi mal di pancia emersi in estate in altre aree d’Italia. «Già nella trimestrale estiva – viene spiegato nel comunicato –, le organizzazioni sindacali avevano denunciato un peggioramento del clima aziendale e forti pressioni commerciali, con l’errata interpretazione del concetto di coralità nel Pvr (Premio variabile di risultato) 2025». La “coralità gestore” è uno degli indicatori (Kpi) del sistema incentivante. «Il concetto di coralità – fanno sapere da Fisac Cgil – ha ricevuto un’interpretazione forzata dall’azienda. In Abruzzo, hanno sollevato di nuovo il problema perché di recente hanno incontrato i vertici regionali. La questione però persiste ed è generale, non solo in Abruzzo». Intesa Sanpaolo interpellata ha preferito non rilasciare commenti.

Fonte: Il Sole 24 Ore