Malattie reumatologiche: il fumo aumenta il rischio del 35%, pesano anche inquinamento e obesità

Malattie reumatologiche: il fumo aumenta il rischio del 35%, pesano anche inquinamento e obesità

«Chi fuma ha un rischio di sviluppare l’artrite reumatoide che è del 35% superiore rispetto a chi non fuma, mentre per il lupus il rischio sale addirittura del 50%». A lanciare l’allarme è Andrea Doria, Presidente della Società Italiana di Reumatologia e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia dell’Università di Padova, sottolineando come la prevenzione primaria stia diventando una realtà concreta anche nel campo delle malattie reumatologiche.

In Italia in 5 milioni convivono con malattie reumatologiche

In Italia oltre 5 milioni di persone vivono con una forma più o meno grave di malattia reumatologica. Negli ultimi quattro decenni le prospettive dei pazienti sono decisamente migliorate anche grazie alle innovazioni giunte dalla ricerca e all’azione instancabile delle associazioni. Molte patologie vengono cronicizzate e i nuovi trattamenti e terapie garantiscono pure una buona qualità di vita quotidiana. Di questa evoluzione si è discusso a Roma, alla Camera dei Deputati, in un convegno nazionale organizzato in vista della Giornata mondiale del malato reumatico del 12 ottobre. L’evento, promosso dall’ANMAR OdV (Associazione Nazionale Malati Reumatici), è stato anche l’occasione per festeggiare i 40 anni di attività dell’associazione. «È un piacere poter celebrare un compleanno così importante – ha sottolineato Silvia Tonolo, Presidente ANMAR OdV –. Molta strada è stata fatta dall’ormai lontano 1985. Grandi sono stati i successi ottenuti dai pazienti anche in termini di riconoscimento della nostra particolare condizione. Ci sono però ancora molte criticità e siamo sempre più convinti che le problematiche si possono risolvere solo tutti insieme».

Nutrienti e microbiota possono essere una chiave

«Oggi è possibile questa nuova linea della prevenzione primaria proprio perché conosciamo sia gli individui che sono a rischio di sviluppare le malattie reumatologiche, sia i fattori di rischio identificati con buona evidenza clinica», aggiunge il professor Doria. Oltre al fumo, particolare attenzione merita l’alimentazione: «I nutrienti possono influenzare sia positivamente che negativamente le cellule del sistema immunitario e quindi l’infiammazione. Inoltre, contribuiscono al mantenimento del microbioma, aspetto importante perché da esso dipende l’integrità della mucosa intestinale».

Attenzione su inquinamento e obesità

Tra gli altri fattori di rischio modificabili figurano l’inquinamento atmosferico, l’obesità e lo stress meccanico sulle articolazioni. «Per esempio, dei pazienti che hanno la psoriasi della pelle, il 30% sviluppa un’artrite psoriasica. Nello sviluppo di questa patologia ha un ruolo fondamentale il sovraccarico meccanico delle entesi, quelle strutture che uniscono i tendini all’osso», evidenzia Doria, sottolineando l’importanza di informare correttamente i pazienti. Tuttavia, molti aspetti dell’assistenza sociosanitaria devono essere migliorati, fra questi la continuità di cura, l’integrazione ospedale-territorio, l’accesso alle nuove terapie, la creazione o potenziamento delle Reti Reumatologiche Regionali. Per tenere accesi i riflettori su questa situazione anche quest’anno l’ANMAR OdV promuove in Italia la Giornata Mondiale del Malato Reumatico. All’incontro alla Camera hanno partecipato clinici, medici di famiglia, rappresentanti delle istituzioni e delle altre associazioni, portando ciascuno il proprio contributo su come migliorare le condizioni dei pazienti, delle famiglie e dei caregiver, con particolare attenzione ai farmaci innovativi e a una sanità territoriale più vicina ai malati.

Fonte: Il Sole 24 Ore