
Maltrattamenti a scuola, danni anche ai bambini che assistono
Anche i bambini non direttamente maltrattati, che hanno assistito alle violenze dei maestri sui loro compagni di scuola, hanno diritto a essere risarciti. La Cassazione respinge così il ricorso di due maestri “maneschi”, che volevano far passare gli schiaffi ai bambini, al più, come abuso di mezzi di correzione e non come maltrattamenti, mentre accoglie quello di un padre, parte civile come tutore della figlia, alla quale la Corte d’appello aveva negato il risarcimento come semplice spettatrice. Un no poco comprensibile visto che la corte territoriale lo aveva riconosciuto ad altri compagni di classe della minore, non direttamente coinvolti dalle violenze.
La violenza assistita
Per la Corte di merito mancava però la prova che la ragazzina avesse anche solo assistito ai maltrattamenti sia fisici che psicologici. La Corte di cassazione accoglie il ricorso sul punto, partendo dal presupposto che la minore era inserita nelle stesse classi dei bambini ai quali erano stati riconosciuti i danni e condivideva dunque gli stessi insegnanti. I giudici applicano la norma del Codice rosso, relativo alla violenza assistita, precisando che la legge 69 del 2019 altro non ha fatto che recepire una via già segnata dalla giurisprudenza di legittimità, che prima della novella aveva affermato il diritto al risarcimento per i minori che assistono alla violenza a danno di terzi.
L’arcaico termine “correzione”
La sentenza della Corte è l’ultimo passaggio di una vicenda iniziata con la segnalazione, partita da un gruppo whatsapp di mamme, che lanciavano un alert per uno schiaffo dato dai due imputati a un bimbo. Accusa che aveva poi trovato un riscontro nei video girati all’interno della classe. La Cassazione respinge con forza la tesi dell’abuso dei mezzi di correzione, bollando proprio il termine “correzione” come arcaico quando riferito all’educazione. In ogni caso il meno grave reato di abuso dei mezzi di correzione è configurabile quando i “mezzi” sono leciti. Mentre la violenza, anche se esercitata in forma lieve, lecita non è mai.
Fonte: Il Sole 24 Ore