Manager più attenti agli equilibri vita-lavoro: triplicano quelli disconnessi in ferie

Manager più attenti agli equilibri vita-lavoro: triplicano quelli disconnessi in ferie

Estate connessa si, ma per molti meno manager del passato. Quelli che dicono che si eclisseranno durante le ferie estive sono infatti quasi triplicati rispetto a dieci anni fa, segno della maggiore attenzione agli equilibri tra privato e lavoro. Pressati da un contesto socioeconomico molto sfidante che al rientro li accoglierà con molte più sfide del passato, dai dazi ai costi energetici, mostrano una maggiore tendenza a dare valore al benessere personale e famigliare e alle riflessioni durante la pausa estiva. Da un’indagine su mille manager, realizzata di AstraRicerche per Manageritalia, la federazione che rappresenta oltre 45.000 manager e alte professionalità del terziario in Italia, emerge che pur essendo il manager un professionista che non si eclissa mai del tutto e rimane sempre un po’ connesso, inizia a rivalutare il valore del tempo personale rispetto al passato. L’indagine, confrontando i dati emersi quest’anno con quelli del 2019, fa emerge un diverso approccio, più attento al benessere personale.

La scelta dell’Italia

Per eclissarsi, i più non inseguono come meta l’isola greca deserta o il luogo esotico alla scoperta di chissà quale cultura incontaminata. Tra le diverse destinazioni delle loro vacanze estive tre su quattro restano in Italia. Al secondo posto c’è l’Europa. Pur trattandosi di percentuali minori, raddoppiano quelli che vanno in Asia che passano dal 3,7% dell’anno scorso all’8,1%, mentre diminuiscono quelli che vanno in Nord America (dal 6,4% di un anno fa al 3,9%).

L’aumento dei disconnessi

Un primo dato è che quasi tutti faranno vacanze: il 94,8% dei manager ha dichiarato di aver fatto o di avere in programma una vacanza tra giugno e settembre 2025. Nel confronto con il 95,6% del 2019 il dato appare in leggero calo. Di questi manager il 12,7% dicono che saranno completamente disconnessi durante le ferie, in netto aumento rispetto rispetto al 7,9% del 2019 e quasi il triplo del 4,9% del 2014. Un segnale di un lento ma significativo cambiamento culturale. Va però detto che il 73,7% dichiara che resterà sempre raggiungibile dai collaboratori, e il 69,5% continuerà a leggere le mail di lavoro. Pur essendoci una forte cultura della reperibilità, anche in questo caso le quote sono in calo rispetto al passato: nel 2019 erano rispettivamente l’82% e il 74,5%. «I dati confermano ciò che viviamo ogni giorno: il manager moderno non può più ignorare l’importanza di un equilibrio tra vita personale e professionale – interpreta Marco Ballarè, presidente di Manageritalia -. Essere sempre reperibili non è più un vanto, ma una sfida da gestire con consapevolezza. Le ferie diventano così un laboratorio di equilibrio, dove il vero esercizio non è spegnersi, ma saper scegliere quando e come essere connessi».

Il calo dell’ottimismo

Il confronto tra il 2019 e il 2025 mostra anche un netto peggioramento delle aspettative e dello stato d’animo dei manager al rientro delle ferie, dovuto in gran parte alle incertezze del contesto economico e politico segnato da guerra e instabilità. Scendono l’ottimismo, calato del 12,9%, e la voglia di fare che si contrae di poco più del 9% rispetto al 2019: quest’anno ne parla il 40,3% dei manager, mentre nel 2019 erano il 49,6%. L’indagine evidenzia anche che raddoppia la tristezza per la fine delle vacanze di cui oggi parla il 22,9% dei manager, contro l’11,8% del 2019. Crescono invece la curiosità e la voglia di vedere come sarà la ripresa lavorativa a settembre.

Fonte: Il Sole 24 Ore