Manovra 2025, Giorgetti avvia le consultazioni nella maggioranza con Fi: a che punto siamo

Manovra 2025, Giorgetti avvia le consultazioni nella maggioranza con Fi: a che punto siamo

La corsa per la terza manovra economica del governo Meloni è partita. La sfida vera è trovare i circa 10 miliardi mancanti, per confermare e sostenere le misure che stanno più a cuore all’esecutivo e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è all’opera. Ma nel percorso a ostacoli della legge di bilancio pende anche la spada di damocle del calo della produzione industriale.

Intanto, il ministro ha avviato le consultazioni con gli alleati. In via XX Settembre è stata la volta di Forza Italia. Una delegazione ha incontrato il titolare dell’Economia. La delegazione era composta dai Capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri, dal responsabile dei Dipartimenti, Alessandro Cattaneo e dal responsabile economia del movimento azzurro, Maurizio Casasco. Gli Azzurri condividono e apprezzano l’impostazione delle prossima legge di bilancio – specifica poi una nota del partito – ma piazzano i loro paletti. «Il taglio del cuneo fiscale è indispensabile per favorire la crescita», ha ribadito in un’intervista il segretario Antonio Tajani, assente giustificato perché in missione nei Balcani. Forza Italia punta anche al calo dell’Irpef e all’altro mantra berlusconiano ossia l’aumento delle pensioni minime. La soglia dei 1000 euro al mese resta il traguardo a fine legislatura. Ma per ora, gli azzurri confidano nel mantenimento della soglia dell’anno scorso poco sotto i 700 euro.

Giorgetti: nuove regole rendono complicato fare il bilancio

«Ho illustrato ampiamente la cornice della manovra» e su eventuali tetti al numero di emendamenti «non ne abbiamo ancora parlato. Ci sono nuove regole (del Patto, ndr) che rendono complicato per noi fare il bilancio. Anche per gli emendamenti, perché bisogna rispettare nuove clausole» sulla questione della spesa. Così Giorgetti al termine della riunione con i parlamentari della Lega, e alla presenza di Matteo Salvini.

Schlein: «Preoccupati per pensioni e sanità»

Intanto dall’opposizione il Pd ha indicato la priorità. «Noi abbiamo sempre avuto un approccio pragmatico sulla manovra. Siamo preoccupati perché abbiamo sentito che il governo Meloni, anche quest’anno, vuole fare cassa sulle pensioni, e noi ci opporremo, specialmente su eventuali tagli all’indicizzazione dell’inflazione delle pensioni». È quanto ha sottolineato Elly Schlein, segretaria del Partito democratico, a margine della presentazione del suo libro a Piazza Vittorio, a Roma. «Abbiamo sollevato, da inizio legislatura, la questione di Opzione donna -ha continuato -, il governo ha fatto delle modifiche a dei criteri in maniera restrittiva. Avevano detto che ci avrebbero lavorato, ma siamo ancora cosi. Siamo preoccupati per la sanità. Faremo le nostre proposte, e spero che ci sia convergenze con le altre forze dell’opposizione», ha concluso Schlein.

Sindacati in pressing: governo ci convochi prima di decidere

Tutti d’accordo: il governo non può varare una manovra senza prima confrontarsi con i sindacati. Da Cagliari, dove è in corso il summit dei sindacati dei Paesi del G7, i leader di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pier Paolo Bombardieri all’unisono hanno attaccato l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. «Finora non siamo stati convocati, quindi la prima richiesta sarebbe quella di chiedere al governo che prima di prendere decisioni discuta con le organizzazioni sindacali e non faccia finta, come ha fatto finora, di chiamarci qualche ora prima per comunicarci quello che aveva già deciso – ha affermato Landini -. C’è un problema non solo di metodo ma di sostanza perché finora questo governo non ha mai voluto contrattare, discutere e rispondere alle nostre richieste». «Ci aspettiamo che il Governo convochi le parti sociali e le organizzazioni sindacali – ha ribadito Sbarra – In queste settimane stiamo sollecitando l’attivazione di un tavolo di confronto». «Il confronto con il governo deve ancora cominciare. Avevamo previsto, quando siamo scesi in piazza – ha aggiunto Bombardieri – che questa manovra avrebbe dovuto recuperare 24 miliardi. Le nostre richieste, le piattaforme unitarie che chiedevano interventi sui salari, sulla detassazione degli aumenti contrattuali, sulle pensioni, sulla sanità, sul fisco, sono rimaste sul tavolo».

Fonte: Il Sole 24 Ore