Manovra al via in Senato, si parte con le audizioni
Dopo giorni di battibecchi in maggioranza – e non solo – prende il via la sessione di Bilancio in Parlamento. I lavori, affidati in prima lettura al Senato, si apriranno come di consueto con le audizioni: raramente però si è vista una “raffica” simile di voci – quasi 80- convocate a partire da domani e fino a giovedì davanti alle commissioni Bilancio riunite per fare le proprie osservazioni.
Il calendario delle audizioni
Da lunedì 3 a giovedì 6 novembre, nelle Commissioni congiunte 5a Senato – V Camera, sono infatti previste le audizioni preliminari all’esame del ddl Bilancio (AS 1689). Tra i soggetti che verranno sentiti e che avanzeranno le loro proposte, una cinquantina solo nella giornata di domani: si parte dall’Anpit (Associazione nazionale per l’industria e il terziario) per chiudere con l’Abi, l’associazione che rappresenta il mondo bancario chiamato a contribuire alla manovra insieme alle assicurazioni per 4,4 miliardi nel 2026. Ad essere auditi saranno esperti, rappresentati del mondo datoriale, sindacale e dell’associazionismo. Dagli studenti alle Pmi, al mondo del trasporto fino ai rappresentanti del terzo settore tra gli auditi spunta anche il nome di una religiosa. Si tratta di suor Monia Alfieri, componente dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia, che ha già fatto sapere che chiederà ai senatori un buono per l’istruzione a livello nazionale a sostegno delle scuole paritarie. Le audizioni si chiudono giovedì con quella del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Le prime richieste
Qualcuno dei soggetti auditi ha già anticipato “per iscritto” i suoi desiderata. Il Forum delle famiglie, ad esempio, nella propria memoria chiede al governo di fare di più per sostenere le famiglie sul fronte del costo dei libri scolastici. E poi ci sono i mediatori immobiliari che attaccano l’innalzamento della cedolare sugli affitti brevi e propongono una serie di misure a sostegno della casa. Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari) mette nero su bianco che «la carenza di immobili destinati alla locazione a medio e lungo termine non è riconducibile alla crescita degli affitti turistici» che sono «meno del 2% del totale delle abitazioni italiane». Il nodo vero, per la federazione, è piuttosto quello delle case vuote e sfitte per «la fiscalità elevata o i contratti poco flessibili e i rischi di morosità».
Il timing in Senato
Da calendario la legge di bilancio è attesa nell’aula di palazzo Madama dal 24 novembre: una data quasi certamente destinata a slittare visto che, dal punto di vista parlamentare, è ancora tutto da fare, a partire dalla presentazione degli emendamenti che devono passare il vaglio dell’ammissibilità – con relativi ricorsi – e quello delle segnalazioni, cioè delle modifiche ritenute prioritarie. Di lì si passerà ai voti per confezionare il testo che arriverà in aula: per le modifiche parlamentari il provvedimento – che in tutto vale 18,7 miliardi – prevede una “dote’”da 100 milioni l’anno. Del resto lo stesso Giorgetti ha detto chiaramente che «il Parlamento può decidere di togliere cifre messe su alcune cose e di metterle su altro».
I nodi da sciogliere
Si tratta di un’operazione assai complessa di “ritocchi mirati”, viste le diverse posizioni dei partiti sui temi caldi, a partire da quelli sulle banche. Nei prossimi giorni, fa sapere il vicepremier Antonio Tajani, gli azzurri si confronteranno per mettere a punto i propri emendamenti. «In Parlamento – ha detto – lavoreremo per migliorare la manovra». I punti sono noti: dagli affitti brevi ai dividendi, ai fondi alle forze dell’ordine e alle infrastrutture. Da Fratelli d’Italia, intanto, con il senatore e capogruppo di FdI in commissione Bilancio, Guido Quintino Liris, potrebbe arrivare un aggiustamento sul Sismabonus. Allo stato, infatti, la deroga dalla chiusura dell’agevolazione è prevista solo per le aree colpite dal sisma del 2016. «Lavoriamo per un’uscita uniforme e coordinata per quanto riguarda le zone colpite dai terremoti del 2009 e 2016», fa sapere Liris.
Fonte: Il Sole 24 Ore