
Manovra, prove di accordo alle Camere sul piano dei conti
Il confronto politico sul percorso verso la manovra entrerà nel vivo oggi. Sui tavoli del negoziato fra maggioranza e opposizione dovrebbe finire infatti la bozza di risoluzione sui contenuti del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), l’erede della NaDef nel quadro delle nuove regole fiscali Ue. Può sembrare una questione di procedure. Ma la sostanza politica c’è; perché è in gioco la possibilità di concordare le mosse per l’esame del programma dei conti, nell’attesa che la riforma della legge di contabilità accolga nell’ordinamento italiano il nuovo Patto di stabilità Ue. Ad aprile, in occasione del Documento (solo tendenziale) che ha sostituito il vecchio Def, l’intesa non c’è stata, perché l’opposizione ha accusato il Governo di tenere chiusi troppi numeri nei propri cassetti.
Ora il tentativo è di evitare la replica di quello scenario, che fin qui ha complicato anche i lavori sul disegno di legge parlamentare per la nuova contabilità, infatti ancora in attesa di trovare forma definitiva. La bozza a cui lavora la maggioranza, ovviamente sotto lo sguardo del ministero dell’Economia come accade sempre in questi casi, nelle anticipazioni della vigilia dovrebbe chiedere all’Esecutivo una serie di elementi in grado di andare oltre i contenuti della NaDef; con i dettagli indispensabili a radiografare l’evoluzione del tendenziale a politiche invariate, che si affiancherà al primo aggiornamento del programma scritto nel Piano di bilancio di medio termine chiamato a sostenere le misure della legge di bilancio e a indicare gli obiettivi di politica economica e di finanza pubblica. Gli impegni chiesti al Governo dalla risoluzione dovrebbero guardare anche al Dpb, cioè l’ossatura della manovra da inviare alla Commissione europea, e alla Nota tecnica illustrativa del Ddl di bilancio, per dare un panorama compiuto di tutti i passaggi.
Molto dipenderà ovviamente da come questi contenuti saranno dettagliati, nella risoluzione e poi nei documenti. Nei mesi scorsi l’opposizione ha chiesto a più riprese di mettere in luce le singole componenti principali della spesa netta, cioè il parametro intorno al quale ruota il rispetto dei nuovi vincoli europei, e di rendere più chiaro il confronto fra tendenziale e programmatico che nel primo Programma di bilancio non era esattamente immediato.
La griglia, poi, andrà riempita dei numeri, che daranno la misura degli spazi effettivi della manovra e degli interventi necessari a finanziarne le misure. Ma per quelli c’è ancora tempo, perché il Documento programmatico arriverà in consiglio dei ministri il 1° ottobre.
Lì, prima di tutto, si capirà se la flessione dei rendimenti sui titoli di Stato (si veda pagina 3) e il freno al resto della spesa permetterà di far scendere il deficit sotto al 3% del Pil già da quest’anno, aprendo le porte per l’uscita ufficiale dalla procedura per disavanzi eccessivi con la verifica Eurostat di aprile 2026.
Fonte: Il Sole 24 Ore