
Manovra, vertice di maggioranza martedì. Dalle pensioni alle banche: ecco i nodi da sciogliere
La manovra 2026 lentamente prende corpo. Un primo punto sarà messo martedì, con un vertice tra i leader della maggioranza prima del consiglio dei ministri che quel giorno dovrà approvare il testo. Il governo dispone di una dote intorno ai 16 miliardi ma molte delle misure di cui si parla restano sospese al vaglio delle coperture e delle trattative con istituzioni e parti sociali. La posta in gioco è alta: tagli fiscali mirati, misure sociali e interventi sulle pensioni devono convivere con l’esigenza di riportare il deficit sotto il 3% e con la necessità politica di non gravare ulteriormente sul debito pubblico.
Pensioni e previdenza in evoluzione
Sul fronte delle pensioni il cantiere è articolato e sensibile sul piano sociale: si valuta la sterilizzazione parziale dell’aumento automatico dell’età pensionabile previsto per il 2027, con soluzioni selettive che potrebbero limitare il blocco agli avvicinati alla soglia dei 64 anni, oltre alla proroga o revisione di strumenti come Quota 103, Opzione Donna e Ape sociale. Parallelamente prende corpo l’ipotesi di incentivare la previdenza complementare e l’uso del TFR per integrare il montante contributivo, misure che mirano a dare flessibilità in uscita senza scaricare immediatamente il costo sui conti pubblici.
Riduzione dell’Irpef e incentivi al lavoro
La possibile riduzione dell’Irpef per il ceto medio è uno dei nodi più discussi: l’orientamento è verso un taglio della seconda aliquota dal 35% al 33% per redditi tra 28mila e 50mila euro, una misura ritenuta politicamente prioritaria dal governo; tuttavia la sua concreta applicazione dipende dalle risorse che si riusciranno a reperire, con le banche indicate come potenziale contributrici alle coperture. Sul tavolo anche strumenti per favorire i rinnovi contrattuali e la retribuzione del lavoro straordinario tramite detassazioni e mini-Irpef sugli aumenti contrattuali, misure pensate per dare ossigeno ai salari senza ampliare troppo la spesa pubblica.
Banche come fonte di entrate straordinarie
Le banche entrano nel perimetro della manovra come fonte di entrate straordinarie: l’esecutivo ha scelto un approccio «concertato» evitando scelte punitive, ma resta da definire l’ammontare e la forma degli interventi, che potrebbero spaziare dalla proroga di disposizioni fiscali a contributi diretti o misure sui crediti d’imposta legati ai bonus edilizi. La trattativa con il mondo creditizio è destinata a essere decisiva per chiudere il quadro delle coperture e permettere l’approvazione del pacchetto entro i tempi europei e parlamentari. Importanti anche gli interventi su famiglia, casa e lavoro: dal rafforzamento del pacchetto natalità e dei congedi parentali a una proroga selettiva dei bonus ristrutturazione e incentivi per le assunzioni tramite un’Ires premiale per imprese che investono in occupazione e innovazione.
Fonte: Il Sole 24 Ore