
Mare, un punto inquinato ogni 80 km, la temperatura media del Mediterraneo è la più calda dal 2016 a oggi
Inquinamento, maladepurazione e crisi climatica minacciano sempre più mare e laghi italiani. Il bilancio finale delle campagne estive di Legambiente – Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2025 – fornisce una fotografia di sintesi. Nell’estate 2025 su 388 campionamenti effettuati nelle acque costiere e lacustri in 19 regioni, il 34% è risultato oltre i limiti di legge, ossia 1 campione su 3. Il bilancio è stato fatto oggi, martedì 12 agosto, a Roma dall’associazione ambientalista. Preoccupa lo stato di salute del mare con un punto inquinato ogni 80 km e una temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo di 25,4°C a giugno e luglio, la più calda dal 2016 ad oggi.
Secondo Legambiente è «urgente approvare un piano nazionale per la tutela delle acque costiere e interne, prevedere più risorse per ammodernare gli impianti di depurazione, più controlli da parte di Regioni, Arpa e Comuni sui punti critici e una migliore gestione delle acque interne. Stanziare con urgenza le risorse economiche per infrastrutturare i porti di Taranto e Augusta per la logistica dell’eolico offshore».
Anche quest’anno foci dei fiumi, canali e corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago si confermano punti critici: il 54% dei punti critici analizzati (101 su 188) è risultato inquinato o fortemente inquinato. Situazione migliore per i campioni prelevati direttamente in mare o nelle acque del lago, ossia in aree lontane da foci o scarichi, dove solo il 15% dei punti campionati è risultato oltre i limiti di legge (30 su 200). Sulla questione foci a mare, Legambiente denuncia che il 56% di quelle monitorate da Goletta Verde, non controllate dalle autorità competenti e di conseguenza non balneabili, risultano avere in prossimità una spiaggia libera. Un dato preoccupante se si pensa che oltre 220km di costa sabbiosa ad oggi non sono monitorati dalle autorità competenti (sui 3.346 km di costa bassa), ovvero il 6,6%, e alle poche spiagge libere rimaste nella Penisola, soprattutto in alcune regioni.
Maladepurazione
Attualmente in Italia il 4,4% del carico inquinante generato da più di 78 milioni di abitanti equivalenti o non è collegato (0,7%) oppure è trattato con sistemi individuali (per il 3,7%). Parliamo di un carico di quasi 3 milioni e mezzo di abitanti equivalenti che non viene trattato in modo sicuro (con sistemi di trattamento secondario o superiore). A questi si aggiungano i carichi che confluiscono agli impianti di trattamento che attualmente si trovano in procedura di infrazione rispetto ai requisiti della Direttiva Acque Reflue che, dagli aggiornamenti facilmente reperibili sul sito del Mase, ammontano a 855 agglomerati, relativi a più di 26 milioni e 800 mila abitanti equivalenti che corrispondono al 34% del carico complessivo generato in Italia. Non dimentichiamo, sottolinea Legambiente, che sull’Italia pesano 4 procedure di infrazione per la mancata conformità alla Direttiva Acque Reflue (91/271/CEE). L’ultima (2017/2181) è ancora in fase di istruttoria, le prime tre sono già sfociate in sentenza di condanna e in particolare la prima, risalente al 2004, è giunta fino alla sanzione pecuniaria. Ad oggi, secondo la Corte dei conti, sono stati versati oltre 210 milioni di euro solo per la multa derivante dalla prima procedura di infrazione, mentre la sentenza della Corte di Giustizia per la seconda infrazione è arrivata a marzo 2025 e la multa ammonta a 10 milioni di euro più una penalità di oltre 13 milioni e mezzo ogni 6 mesi di ritardo per la messa a norma degli impianti.
Mare e foci
Su 263 punti campionati lungo gli oltre 7.500 km di costa italiana, l’8% è stato giudicato inquinato e il 27% fortemente inquinato. I problemi principali si sono avuti alle foci dei fiumi, dove il 58% delle analisi (69 su 119) ha avuto esito negativo risultando inquinato (15) o fortemente inquinato (54). Balza agli occhi come il 71% delle foci monitorate nella campagna Goletta Verde (85 su 119) corrisponda a tratti di costa non campionati dalle autorità competenti e di queste ben 47 siano risultate oltre i limiti di legge.
Fonte: Il Sole 24 Ore