Marelli, Iveco, Italdesign: il riassetto dell’auto coinvolge migliaia di lavoratori

Marelli, Iveco, Italdesign: il riassetto dell’auto coinvolge migliaia di lavoratori

La grande crisi del settore auto, in Italia e in Europa, emerge anche dal numero di cambi di proprietà e nuovi assetti societari che stanno caratterizzando grandi gruppi della componentistica e dell’ingegneria. Con un riassetto delle filiere automotive europee che sembra voler accelerare. In Italia sono almeno 23mila i lavoratori coinvolti in totale, da Marelli fino al dossier Lear. Più della metà nella sola provincia di Torino.

Ha iniziato in primavera Marelli (5.900 addetti in Italia), con la procedura di Chapter eleven che ha travolto lo storico marchio italiano ceduto dal Gruppo FCA al fondo KKR nel 2019 e oggi acquisito dal Gruppo di creditori capitanati da Strategic Valuer Partners, per arrivare a Iveco (14mila addetti in Italia, in 1.500 in capo a Iveco Defence), in fase di cessione agli indiani di Tata. Passando per i 1.200 tra tecnici e ingegneri di Italdesign, i 370 di Lear, i 3.200 di Dana Holding Corporation passati agli americani di Allison.

Se il passaggio di Iveco Defence a Leonardo desta poche preoccupazioni, l’arrivo di Tata alla guida di uno dei gruppi storici dell’industria italiana, fino a ieri nella galassia Exor, invece genera molti più dubbi tanto che i sindacati hanno ribadito la necessità di aprire un tavolo di confronto al Mimit per porre il tema delle prostettive di Iveco, della produzione di motori e delle competenze ingegneristiche del Gruppo.

Nel futuro dell’asset di ingegneria dell’auto creato da Giorgetto Giugiaro e ceduto ai tedeschi di Audi nel 2010 potrebbe esserci la società americana UST Global, società che si occupa di software e tecnologia digitale che lavora anche nel settore automotive. La partita per Italdesign è aperta, la decisione dovranno prenderla i Consigli di sorveglianza, a cominciare da quello della stessa Audi, e poi da quello di Volkswagen, comunque entro fine novembre. A preoccupare i sindacati è la cessione dell’azienda ma anche l’ipotesi di riduzione del personale del 20%, qualora la casa produttrice tedesca decidesse di non cedere l’asset.

Fonte: Il Sole 24 Ore