Marie Antoniette, al Victoria and Albert Museum la mostra più glamorous

Marie Antoniette, al Victoria and Albert Museum la mostra più glamorous

Osannata dai creativi di ogni generazione, la figura di Maria Antonietta emerge come la prima influencer ante litteram “art director e manager” del proprio brand, che aveva destinato il suo monogramma impresso su ogni oggetto che le appartenesse quale emblema identitario. Maria Antonietta si era affidata alla modista Rose Bertin per curare l’immagine e a Léonard Autiè per le acconciatura. Per ricostruire la versione più fedele ad una personalità così complessa e sfaccettata la curatrice Sarah Grant si è documentata sulla biografia scritta da Antonia Fraser.

La sezione principale

Le sale del V&A riecheggiano di evocazioni dell’Austriaca, come prediligevano chiamarla i francesi, forse credendo di recarle offesa, declinate attraverso stili e i profumi che la caratterizzarono. La prima sezione The Origin of a Style, ripercorre la sua vita, racconta la nascita del suo stile e l’influenza esercitata sulle arti e le mode del tempo. La sovrana era inoltre interessata alle innovazioni “tecnologiche” e ad un approccio moderno alla maternità. Fra gli iconici effetti personali figura un frammento di abito di corte proveniente da una sottoveste con ricami e decorazioni artigianali. Le radiografie del tessuto hanno rivelato che le pailettes sono in argento e oro massiccio.

Gli oggetti in mostra

Riconosciuta come la regina del Toile de Jouy annotava impressioni e pezzi di stoffa sul libro del guardaroba, anch’esso esposto e, concedeva mandati reali e il suo timbro di approvazione a quanti creassero per lei. Le scarpe, il servizio di porcellana della fabbrica Sèvres ornato con motivi floreali a lei molto cari, il nécessaire da viaggio, le ampolle con i profumi, l’argenteria, il piano, il bruciaessenze decorato con simboli neoclassici. La sedia realizzata da Sené, uno dei principali ebanisti della corte e decorata da Chatard, maestro doratore, faceva parte di un raffinato set i cui pezzi appartengono a collezioni private, oltre al Louvre e al MET, ed è entrata nel V&A nel 1956. Il restauro l’ha riportata allo splendore iniziale.

La collezione di gioielli

Rinomato l’amore per le pietre preziose. Durante il suo regno iniziarono ad essere lavorate in modo da emanare ogni lucentezza possibile. In mostra si trovano alcuni suoi gioielli recuperati dalla figlia Marie Thèrése, insieme allo scrigno che li custodiva mai esposto dalla sua morte. La spilla di diamanti ritratta nel dipinto di Drouais, anch’esso in mostra e il pendente con la perla e il diamante regalo di Louis XV. Impossibile non nominare la collana dello scandalo da 2842 carati, qui esposta nella replica realizzata nel 1960.

Fonte: Il Sole 24 Ore