Marina Berlusconi a due anni dalla morte del padre: «Il suo primo desiderio è sempre stato quello di sentirsi amato»

Marina Berlusconi a due anni dalla morte del padre: «Il suo primo desiderio è sempre stato quello di sentirsi amato»

A due anni dalla morte il Cavaliere continua a essere un protagonista della politica italiana. Un «imprenditore visionario», «un leader politico che ha creduto in un centrodestra unito e in una Nazione forte e autorevole», scrive sui social Giorgia Meloni. Ma il ricordo più forte e allo stesso tempo più politico è quello della primogenita Marina. «Il primo desiderio di mio padre è sempre stato quello di sentirsi amato», racconta in un’intervista al Giornale dove torna alle ultime ore al capezzale del padre, alle ultime chiacchierate e a quegli appunti scritti con mano malferma in cui rivendicava la sua storia politica che è poi anche la storia di Forza Italia. In quel 12 giugno del 2023 molti, moltissimi davano per scontato che al funerale di Berlusconi presto sarebbe seguito quello del suo partito. Non è andata così, come sappiamo. Forza Italia non è soltanto sopravvissuta: ha tenuto botta. E molto bene. Lo ha fatto per due ragioni precise.Da un lato, la famiglia, con Marina in prima linea, che oltre a tenere vivo il pensiero e lo spirito politico del padre ha sempre assicurato che avrebbe continuato a sostenere anche finanziariamente il partito. Dall’altro, la tenacia di Antonio Tajani, che non si è fatto schiacciare dagli alleati né marginalizzare da una coalizione sbilanciata e che anche sul fronte dell’organizzazione e della gestione interna si è fatto sentire (vedi la crescita dei versamenti dei parlamentari). «Sei sempre con me» scrive sui social il vicepremier azzurro che proprio in coincidenza del secondo anniversario della morte del fondatore ha presentato l’Accademia della libertà per i giovani, dedicata a Silvio Berlusconi. Quel «sei sempre con me» non è solo un richiamo affettivo ma anche politico. Oggi Forza Italia ha un gradimento stabile, viaggia attorno all’8% e in più di un rilevamento supera la Lega di Matteo Salvini.

«Amico mio, ci manchi», è il messaggio del segretario del Carroccio che si somma a quelli provenienti da gran parte del mondo politico, soprattutto del centrodestra. In realtà Salvini e Berlusconi oggi difficilmente avrebbero avuto la stessa visione del mondo. «Non capiva chi ambisce a farsi temere: era quanto di più lontano dal suo modo di essere», dice la Presidente di Fininvest che in questi mesi non ha lesinato critiche a Donald Trump. Berlusconi chiedeva una giustizia giusta, invocava una responsabilità civile dei magistrati e parlava di Europa come patria comune, ricorda Marina. Il sogno di Adenauer, Schuman e De Gasperi amava ripetere il Cavaliere. Un «patriottismo europeo», legato a doppio filo all’alleanza con gli Stati Uniti e fondato sul buon senso e sull’idea che la guerra è «la follia delle follie». «Se nel mondo ci fosse un po’ più di Silvio Berlusconi, forse ci sarebbe meno sofferenza», dice oggi Marina anche con riferimento ai conflitti che divampano soprattutto ad est e in Medio Oriente. Finora la primogenita ha sempre smentito chi dava per possibile una sua «discesa in campo». Ma la suggestione resta. Il brand Berlusconi non è passato di moda.

Fonte: Il Sole 24 Ore