Materias ingrana la quarta e chiude il bilancio con ricavi in crescita del 70%

Materias, la società fondata da Luigi Nicolais per assistere le startup, cresce e inanella nuovi successi. Prima di tutto il bilancio 2023, approvato a Torino, nel Grattacielo di Intesa Sanpaolo, registra un aumento dei ricavi del 70% in un anno, mentre l’utile prima delle imposte raggiunge 1,2 milioni di euro. Il bilancio 2022 era stato il primo chiuso in pareggio.

Superate le previsioni ottimistiche

Nel 2023 i ricavi arrivano quindi a quota 3,5 milioni, contro una previsione di 2,6. Risultati conseguiti soprattutto fornendo servizi avanzati alle imprese di consulenza e di advisory o attraverso la cessione di tecnologie avanzate con licenze. Non si può parlare ancora se non in parte di ricavi prodotti dalle startup che Materias ha creato e che accompagna fino al superamento della cosidetta “Valle della morte”, vale a dire la fase iniziale in cui di solito si registra una alta mortalità delle startup.

Insomma, Materias, il venture builder con sede nel polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio (Napoli), a otto anni dalla nascita, è giunta a un punto di svolta. Come dimostrano i numeri del bilancio che è stato presentato l’altro giorno ai soci. Erano erano presenti Sergio Dompé, presidente di Dompé Holdings; Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo; Flavio Gianetti, responsabile Area di governo Chief Equity, Legal e M&A Officer; Federico Mautone, amministratore delegato di IBSA Farmaceutici Italia; Fabio Vaccarono, amministratore delegato Multiversity; Salvatore Cincotti, socio di Mpa Development Limited.

Nicolais: avevamo individuato la giusta missione

«I risultati lusinghieri che possiamo apprezzare con l’approvazione del bilancio – dice Nicolais – sono il segno che avevamo visto bene quando abbiamo individuato la mission di Materias. La ricchezza e la bontà della ricerca custodita nelle università italiane e la bravura dei nostri innovatori hanno fatto il resto. Siamo molto orgogliosi delle nostre persone e delle nostre idee che si sono dimostrate, anche alla luce di recenti studi americani, all’altezza di una sfida che abbiamo saputo cogliere in pieno».

Nicolais ricorda anche che «l’innovazione science-based prevede tempi lunghi e capitali pazienti ed ha origine nelle Università e nelle organizzazioni di ricerca. I prodotti fisici che sviluppa richiedono processi di industrializzazione complessi e un quadro regolatorio impegnativo. Però questo tipo di innovazione crea una barriera tecnologica e di conoscenza che ostacola l’ingresso di potenziali competitors e genera spillovers di conoscenza e tecnologia».

Fonte: Il Sole 24 Ore