Medicina estetica, cresce l’interesse tra i giovani delle generazioni Z e Alpha
La medicina estetica del futuro non è solo visione, è metodo. E’ una cura costruita su misura, con profonda attenzione all’identità del paziente, alla sicurezza delle procedure e alla sostenibilità dei risultati nel tempo. Questo è il messaggio emerso dalla 27esima edizione del Congresso Internazionale di Medicina Estetica Agorà. Un Congresso che ogni anno si conferma un successo: oltre 7000 partecipanti, 654 contributi scientifici, 27 sessioni live injection e quasi 200 espositori.
«Il tema scelto per questa edizione “Precision Beyond the Surface” è un invito a superare i protocolli standardizzati per abbracciare una medicina estetica personalizzata, guidata da diagnosi accurate e dal rispetto dell’unicità di ogni paziente – dice il professor Maurizio Cavallini, chirurgo plastico e presidente di Agorà -. A conferma di una visione sempre più integrata Agorà rafforza la collaborazione con società scientifiche di riferimento in chirurgia plastica, dermatologia, ginecologia e urologia per costruire un dialogo multidisciplinare che sia davvero parte del sistema salute. La responsabilità nella medicina estetica è una sfida che coinvolge tutti e Agorà è sempre attiva nel promuovere comportamenti etici e informati. Ne è un esempio la campagna nazionale “Medicina estetica: Istruzioni per l’uso”, un’iniziativa istituzionale che fornisce strumenti pratici per aiutare i pazienti a scegliere medici qualificati e trattamenti sicuri, contrastando l’abusivismo».
I trattamenti più richiesti
I dati dell’Osservatorio Agorà offrono una fotografia nitida delle nuove tendenze della medicina estetica, evidenziando la crescita di interesse tra i giovani pazienti delle generazioni Z e Alpha, sempre più attenti alla prevenzione e alla cura di sé. Negli under 18 la medicina estetica non entra per diritto, ma per riflesso: la loro idea di bellezza nasce dallo schermo, non dallo specchio. È un’estetica dell’appartenenza più che del cambiamento, in cui l’identità si costruisce attraverso la condivisione. Diverso il discorso per la Gen Z (18-30 anni), cresciuta nell’era dei selfie e divisa tra desiderio di autenticità e culto dell’immagine. Le labbra (81%) e la cura della pelle (76%) restano priorità, ma cresce l’interesse per la prejuvenation, ovvero la prevenzione dell’invecchiamento attraverso trattamenti leggeri e mirati, prima che compaiano i segni del tempo. È l’espressione della filosofia better aging, più che anti-aging: mantenere la freschezza senza alterare i tratti. Un altro dato significativo riguarda la fedeltà al medico estetico: dopo il primo consulto, il 55% dei pazienti torna almeno tre volte dallo stesso professionista. La spesa media si mantiene stabile tra i 1.000 e i 3.000 euro l’anno per il 63% dei pazienti. Le aree più trattate nelle donne sono: filler labbra (61%), naso-geniene (54%), zigomi (47%), mandibola (43%) e area perioculare, in crescita costante. Sempre richiesto il trattamento con tossina botulinica. Negli uomini domina il botox (62%), seguito da filler (57%) e rivitalizzazione (46%). Sul corpo, le donne scelgono soprattutto mesoterapia (80%), carbossiterapia (76%) ed epilazione laser (74%). Crescono i trattamenti per glutei (55%) e sottomento (31%), aree un tempo marginali. Tra gli uomini restano stabili epilazione laser (65%) e carbossiterapia (52%), mentre cala la rimozione dei tatuaggi (41%, rispetto al 56,5% dell’anno precedente), a vantaggio dei trattamenti per addome e sottomento.
L’importanza della skin quality
Fonte: Il Sole 24 Ore