Medie imprese italiane al top per produttività

Medie imprese italiane al top per produttività

Italia prima per produttività. Titolo anomalo, in effetti, che pare stonato rispetto alle medie pubblicate dai principali istituti di ricerca, che vedono il nostro Paese languire sistematicamente da anni in questa classifica nel confronto internazionale. Una media che risente tuttavia del peso rilevante delle micro-imprese, così come delle difficoltà della Pubblica Amministrazione. Perché focalizzando l’analisi altrove, sulle realtà di media dimensione, il discorso (e la classifica) cambia.

A fornire dati sistematici è la 25esima edizione del Rapporto sulle medie imprese industriali italiane, realizzato dall’Area Studi di Mediobanca, dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere, studio che si focalizza su una parte “pregiata” del nostro sistema produttivo. Aziende con assetto proprietario autonomo riconducibile al controllo familiare tra i 50 a 499 addetti, in una fascia tra 19 e 415 milioni di ricavi, 3650 imprese che sviluppano poco meno di 200 miliardi di vendite, il 16% del valore aggiunto nazionale e il 14% dell’export. E che battono la concorrenza europea delle altre tre maggiori manifatture continentali sul fronte della produttività.

Lo fanno in termini di crescita dell’indicatore, con un progresso del valore aggiunto per dipendente che tra il 2014 e il 2023 è stato del 31,3%, con una intensità maggiore rispetto alle corrispettive realtà spagnole (+29,9%), tedesche (+25,8%) e francesi (+20,2%). Ma anche confrontando i valori assoluti la classifica non cambia, con l’Italia a superare del 3,3% la Germania, del 14,7% la Francia e del 18,7% la Spagna.

Segmento, quello delle nostre medie imprese, che si comporta in modo egregio anche altrove, classificandosi al secondo posto per performance registrate nell’ultimo decennio in termini di fatturato (+54,9%) e di occupazione (+24,2%), superate solo dalle Mid-Cap spagnole (rispettivamente +80,8% e +45,8%). Confermando però i vantaggi rispetto alle omologhe francesi (+41% e +11,5%) e tedesche (+38,5% e +8,8%).

Fonte: Il Sole 24 Ore