Medio Oriente, gli Stati Uniti hanno «completamente distrutto» tre siti nucleari iraniani

Medio Oriente, gli Stati Uniti hanno «completamente distrutto» tre siti nucleari iraniani

Secondo quanto riporta Fox News, per colpire il sito sotterraneo di Fordow, i bombardieri stealth americani B-2 avrebbero utilizzato 6 bombe Gbu-57 Mop (Massive ordnance penetrator) un particolare tipo di ordigno da oltre 13 tonnellate che è l’arma convenzionale più potente dell’arsenale statunitense, progettata specificamente per distruggere bunker sotterranei fortificati. A causa delle sue dimensioni imponenti, è lunga 6,25 metri, il bombardiere B-2 può trasportare solo una o due Mop per missione. Secondo le Forze Armate statunitensi la bomba può penetrare oltre 60 metri di cemento armato, rendendola efficace contro le strutture sotterranee più protette al mondo.

Contro i siti di Natanz e Isfahan invece sarebbero stati utilizzati 30 missili Tomahawk lanciati da sottomarini statunitensi a circa 400 miglia di distanza dai due bersagli

Le reazioni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha elogiato la decisione di Trump in un videomessaggio. «La tua coraggiosa decisione di colpire le strutture nucleari iraniane cambierà la storia» ha dichiarato Netanyahu, aggiungendo che gli Stati Uniti «hanno fatto ciò che nessun altro Paese al mondo avrebbe potuto fare».

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è detto «profondamente allarmato» dalla «pericolosa escalation» degli attacchi americani. «C’è un crescente rischio che questo conflitto possa rapidamente sfuggire al controllo, con conseguenze catastrofiche per i civili, la regione e il mondo intero», ha dichiarato.

La Guida suprema iraniana ayatollah Ali Khamenei aveva avvertito mercoledì che attacchi diretti alla Repubblica Islamica provocheranno «danni irreparabili» per gli Stati Uniti. E il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei ha dichiarato che «qualsiasi intervento americano sarà una ricetta per una guerra totale nella regione».

Fonte: Il Sole 24 Ore