
Mediterraneo estivo: cosa accende davvero le ondate di calore marine
Il Mediterraneo d’estate si trasforma in un laboratorio a cielo aperto. Non è il caldo in sé a innescare le ondate di calore marine, ma la sua persistenza. E’ quanto sostiene lo studio comparso su Nature Geoscience che per la prima volta individua con chiarezza ciò che attiva le Marine HeatWaves (MHW) nel Mar Mediterraneo.
Le zone di alta pressione provenienti dall’Africa, nelle quali l’aria calda e secca tende a scendere portando condizioni di bel tempo e stabilità atmosferica, possono stazionare fino a cinque giorni consecutivi sul Mar Mediterraneo, fino ad arrestare i venti e a riscaldare le acque superficiali: è così che nascono le ondate di calore che sempre più frequentemente stanno colpendo il Mediterraneo.
Senza ventilazione, il mare trattiene il calore come un pentolone lasciato sul fuoco a fiamma bassa, scaldandosi rapidamente fino a superare le soglie critiche.
Lavorando in squadra, oceanografi e meteorologi hanno analizzato i dati raccolti nell’arco di 40 anni, dal 1982 al 2022, e relativi a 123 grandi eventi di ondate di calore marine su una superficie di oltre 100.000 chilometri quadrati. E’ emerso così che le ondate di calore marine nel Mediterraneo diventano da quattro a cinque volte più probabili quando coincidono con la presenza di venti deboli.
Nel Mediterraneo occidentale quasi due terzi delle ondate di calore coincidono con queste situazioni. Nel bacino centrale la metà. Nell’orientale poco più di quattro su dieci.
Fonte: Il Sole 24 Ore