Meloni al G7 in Canada: dall’Iran a dazi, difesa e migranti, tutte le partite sul tavolo
Il vertice dei sette Paesi più influenti del pianeta che si trova a dover affrontare una serie di dossier complessi: dai venti di guerra che soffiano in Medio Oriente, tra l’assedio israeliano alla Striscia di Gaza e lo scontro tra Israele e l’Iran al conflitto di Putin in Ucraina, che continua senza prospettive di soluzione. E poi lo spettro dei dazi americani, che continua a gettare nell’incertezza le economie di mezzo mondo. È in questo contesto teso e complicato che domenica 15 giugno prenderà il via il G7 di Kananaskis, tra le Montagne Rocciose e i numerosi laghi che punteggiano la provincia canadese dell’Alberta. Tra i dossier del vertice, dove sarà presente anche il premier indiano Narendra Modi, l’attivismo della Cina nell’Indopacifico, e le pressioni di Trump agli alleati per isolare Pechino.
Che la strada non sarà in discesa lo fa capire il fatto che non ci sarà un comunicato congiunto finale. Troppe divisioni tra l’America First del presidente Usa e gli altri alleati su Ucraina e Gaza, ma anche sul cambiamento climatico o sugli aiuti allo sviluppo, secondo varie fonti diplomatiche dei Paesi partecipanti. Sullo sfondo anche le tensioni per i dazi Usa. Il G7 rappresenta una chance affinché i vertici comunitari e il presidente Usa innanzitutto si parlino, anche perché sui negoziati pende ancora la parola “stallo”. Saranno diffuse sette dichiarazioni brevi, ciascuna relativa a uno dei temi chiave: finanziamento dello sviluppo; intelligenza artificiale; tecnologie quantistiche; contrasto agli incendi; minerali strategici; repressione transnazionale e lotta al traffico di migranti.
Meloni in volo verso il Canada, nella notte italiana l’arrivo a Kananaskis
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ci sarà. È partita da Roma ed è in volo alla volta del Canada. La premier è attesa nella serata di sabato 14 giugno (la differenza di fuso orario con l’Italia è otto ore) a Kananaskis, a circa 80 chilometri da Calgary, dove si tiene il summit dei leader. Meloni rimarrà in Canada il 16 e il 17 giugno. La leader di Fratelli d’Italia resta intanto in stretto contatto con il sottosegretario Alfredo Mantovano e con i ministri che seguono da vicino la crisi tra Iran e Israele, in un coordinamento convocato in forma permanente per assicurare un monitoraggio costante della situazione. La strategia del governo italiano è quella di fare in modo di mantenere il canale di dialogo, soprattutto in questa fase di tensione, così da far ripartire una fase negoziale non appena si interromperà lo scontro militare tra i due Paesi.
La premier introdurrà la terza sessione di lavoro su “Comunità sicure”
Il G7 tra le montagne della provincia occidentale dell’Alberta, sarà il primo per diversi leader, tra cui il premier canadese Mark Carney, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier giapponese Shigeru Ishiba e quello britannico Keir Starmer. Oltre ai membri del G7, sono stati invitati leader di altri Paesi, tra cui Zelensky, e i presidenti Luiz Inácio Lula da Silva (Brasile), Claudia Sheinbaum (Messico), Cyril Ramaphosa (Sudafrica), Lee Jae-Myung (Corea del Sud), e Narendra Modi (India), con cui Carney cerca di riallacciare i ponti dopo che Ottawa ha accusato New Delhi di coinvolgimento nell’uccisione di un leader sikh separatista. La presidenza canadese ha previsto sette sessioni di lavoro tra lunedì e martedì, tra cui una intitolata “Un’Ucraina forte e sovrana” (sessione allargata alla partecipazione di Zelensky e del segretario generale della Nato Mark Rutte). Meloni introdurrà la terza sessione di lavoro su “Comunità sicure”, e il tema sarà inevitabilmente quello delle politiche per la gestione dei flussi migratori.
Il dossier del commercio globale sarà sul tavolo della prima sessione, lunedì la presidente della Commissione europea Von der Leyen ribadirà un concetto a lei caro: i dazi sono come le tasse, portano danni a tutti. Bruxelles resta possibilista su un’intesa, convinta che alla fine in Trump prevalga la propensione ad essere un deal-maker. Meloni cercherà di fare da ponte tra la Ue e il presidente Usa, forte del suo buon rapporto con quest’ultimo. La presidente della Commissione europea dovrebbe avere il suo primo incontro con Trump a meno di un mese dalla scadenza per il negoziato commerciale. Il faccia a faccia non è ancora stato confermato ma le parti ci stanno lavorando e potrebbe dare nuovo impulso alle discussioni.
Fonte: Il Sole 24 Ore