Meloni in Cina, piano triennale con Pechino alternativo alla Via della Seta. «Libano preoccupa, in contatto con governo e alleati»
Il piano triennale siglato con la Cina «è un approccio alternativo alla Via della seta. Io ho sempre detto che non condividevo l’ingresso italiano nella Via della seta, la mia è stata una scelta di coerenza poi di decidere di uscire, ma ho sempre detto che non era l’unico modo per avere rapporti e anche per far crescere i nostri rapporti con la Cina». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso di un punto stampa con i giornalisti italiani a Pechino. «Del resto, come ho raccontato tante volte, noi eravamo l’unica tra le grandi nazioni dell’Europa occidentale a far parte della Via della Seta, ma non eravamo la nazione che aveva il migliore interscambio con la Cina, tutt’altro. Ci sono altre nazioni dell’Europa, tra le principali nazioni europee, che hanno un volume di investimenti cinesi che è molto più alto, quindi io ho sempre detto che si poteva uscire dalla Via della Seta e nello stesso momento ricostruire un rapporto di collaborazione più intensa con la Cina ed è esattamente quello che ho fatto».
Nuova fase nei rapporti con la Cina
Il piano d’azione «è una cosa nuova perché apre una nuova fase nei rapporti con la Cina», inserisce «materie nuove e definisce anche un’implementazione a 360 gradi dei nostri rapporti» che «non sono solo economici e commerciali», come dimostra la visita che cade nel ventennale del parternariato strategico globale e nei 700 anni dalla scomparsa di Marco Polo, unico straniero con l’altro italiano, Matteo Ricci, nel bassorilievo del Millennium muesum che ricostruisce la storia cinese. Se il primo «definisce la cornice della nostra cooperazione soprattutto economica e commerciale, i 700 anni di Marco Polo definiscono la profondità del nostro rapporto. Io credo debba anche diventare un rapporto di crescita nel rispetto, nella lealtà anche dei nostri rapporti economico-commerciali». Meloni ricorda poi le «intese specifiche sulla tutela delle indicazioni geografiche, per noi molto importante» e l’obiettivo «di tutelare la proprietà intellettuale. Sono questioni che per l’Italia sono ovviamente non secondarie. Poi chiaramente ci saranno i tavoli tecnici e quei tavoli tecnici dovranno lavorare».
Accordi di cornice sull’auto elettrica
«Noi ci siamo limitati a definire accordi di cornice, poi non sta a noi entrare nel merito delle singole intese che si possono sviluppare, dei singoli investimenti. Il tema della mobilità elettrica è all’interno del nostro memorandum di collaborazione industriale, che è una delle intese più importanti che abbiamo sottoscritto». La premier rimarca che si tratta di «risultati concreti». Ora «saranno i tavoli tecnici e i ministri competenti a lavorare nello specifico sulla realizzazione di questa intesa». Le intese («molto importanti») vanno «dalla cooperazione industriale alla tutela delle indicazioni geografiche, la sicurezza alimentare, le materie ambientali, l’istruzione», spiegando che l’Italia punta a «rafforzare la nostra cooperazione ma farlo in un’ottica di riequilibrio, riequilibrio della bilancia commerciale. C’è un importante disavanzo per l’Italia che è andato crescendo negli anni, e in tema di investimenti esteri diretti. Oggi gli investimenti italiani in Cina sono circa tre volte tanto quelli cinesi in Italia. Noi vogliamo lavorare per rimuovere gli ostacoli relativi alla possibilità dei nostri prodotti di accedere al mercato cinese e garantire parità di trattamento per le nostre imprese. C’è da questo punto di vista chiaramente ampia convergenza e disponibilità».
Libano preoccupa, in contatto con governo e alleati
«Sono molto preoccupata per quello che sta accadendo in Libano, per il rischio di una escalation regionale, proprio mentre sembrava che ci potessero essere degli spiragli e anche questo è un elemento che va valutato. Sono in contatto con il ministro degli esteri, sono in contatto con il governo, sono in contatto con gli alleati, bisogna continuare a passare messaggi di moderazione in questa fase», dice Meloni rispondendo alle domande dei giornalisti italiani. «La Cina sicuramente anche qui può essere un interlocutore molto importante nel lavoro per la normalizzazione nei rapporti particolarmente tra Paesi Arabi e Israele» per i suoi rapporti «con Teheran, con Riad».
Fonte: Il Sole 24 Ore