Mercati rionali a rischio chiusura se non migliorano i servizi
Una miniera da scoprire e valorizzare, che invece attualmente sembra in via di abbandono. In Italia ci sono circa 7mila mercati agroalimentari rionali dove oggi operano circa 150mila aziende contro le 180mila di dieci anni fa (-17%). Con il fatturato del commercio su aree pubbliche che, secondo le stime di Italmercati su dati delle associazioni di categoria, ammonta a 15 miliardi rispetto ai 19 di dieci anni fa (-21%).
Strutture in molti casi antiche, fortemente integrate nei quartieri di città piccole e grandi e spesso, tranne alcune eccezioni, in decadenza. E non per la qualità dei prodotti freschi e freschissimi che non è in discussione. Ma per la loro inadeguatezza ai ritmi delle famiglie italiane e al contenuto di servizio che i consumatori ormai sempre più spesso cercano nei prodotti agroalimentari.
È partendo da queste considerazioni che Italmercati, la rete dei mercati all’ingrosso in Italia (22 strutture in tutte le principali città del Paese con un fatturato aggregato delle 4mila aziende che ci lavorano di 11 miliardi di euro, 26mila addetti e una media di 7 milioni di tonnellate di prodotti movimentate), ha lanciato un grande progetto di rilancio e valorizzazione dei mercati rionali italiani.
«Il punto di partenza della nostra riflessione e quindi del nostro progetto – ha spiegato il presidente di Italmercati, Fabio Massimo Pallottini – è anche un altro. Secondo una recente indagine del Censis, il 63,5% degli italiani ritiene il cibo fresco più sano e il 47,8% lo ritiene più gustoso rispetto ai prodotti trasformati. E in questa ottica perché non promuovere e valorizzare quel vero e proprio giacimento di prodotti freschi che sono i mercati?».
Italmercati punta a mettere a disposizione il bagaglio di esperienza accumulato in dieci anni di gestione delle strutture all’ingrosso, strutture che dieci anni fa, oltre a essere 5 contro le 22 di oggi, erano in difficoltà. Adesso invece sono tutte in attivo e sono inoltre destinatarie di oltre 600 milioni di investimenti (di risorse pubbliche e private delle quali 200 milioni vengono dal Pnrr) sulla loro ulteriore modernizzazione. «Strutture che inoltre – aggiunge Pallottini – al di là delle dimensioni condividono con i mercati più piccoli molte delle criticità e delle problematiche».
Fonte: Il Sole 24 Ore