
Meta e Microsoft all’attesa dei conti: focus su utile e investimenti
L’attesa del mercato è tutta per loro. Di ci si tratta? Di due delle star della tecnologia made in Usa: Meta e Microsoft. I due colossi pubblicano i dati dell’ultima trimestrale: secondo quarter dell’anno 2025 per i social network di Mark Zuckerberg e trimestre conclusivo dell’esercizio fiscale 2024-2025 , invece, per il mondo dei software di Bil Gates.
I social di Meta
Sul fronte di Meta gli analisti stimano ricavi in rialzo del 14–15% rispetto allo stesso periodo del 2024. Con riferimento, invece, all’utile per azione (Eps) la previsione – secondo Seeking Alpha – è di 5,85 dollari. Il flusso di cassa operativo libero dovrebbe, dal canto suo, assestarsi intorno 6,4 miliardi.
Un focus degli operatori è, ovviamente, quello sugli investimenti in conto capitale. Esborsi che – va ricordato – sono indirizzati essenzialmente a sostenere lo sviluppo dell’infrastruttura per l’Intelligenza artificiale. Ebbene: la guidance per i Capex sul 2025 è tra 64 e 72 miliardi, con alcuni esperti che prevedono fino a 90 miliardi nell’anno prossimo. L’attenzione riguardo agli esborsi capitalizzati è massima, in primis, perché il mercato ancora ricorda il bagno di sangue della società con il “mistico” Metaverso. Una divisione che ancora oggi perde miliardi di dollari (il rosso previsto nel trimestre è vicino a 5,3 miliardi). E, poi, perché è necessario valutare -e comprendere – quale sia il reale ritorno su investimenti cosi massicci.
I software di Microsoft
Curiosità anche per la chiusura dell’anno fiscale di Microsoft. Il mercato, in questo caso, prevede per l’utimo quarter il giro d’affari in rialzo di circa il 14% (rispetto ad un anno fa). Uno dei motori trainanti della società dovrebbe rimanere Azure: la nuvola informatica dell’azienda è stimata salire tra il 34% e il 35% in valuta costante. Anche qui – giocoforza – gli investitori guardano con attenzione i Capex (nel 2025 sono stati indicati a circa 80 miliardi, con possibili incrementi nel successivo anno fiscale). All’inizio del 2025, non va dimenticato, c’era molta apprensione riguardo a simili investimenti. In tanti temevano – e sotto sotto temono ancora -che la monetizzazione legata all’Artificial intelligence non sia così immediata. Di qui la prudenza, anche a fronte di multipli talmente tirati che – la minima sbavatura sui tassi di crescita- rischiano di fare deragliare il titolo dalla corsa in Borsa.
Fonte: Il Sole 24 Ore