Meta Ray-Ban Display: la disordinata seconda vita del metaverso di Mark Zuckerberg

Meta Ray-Ban Display: la disordinata seconda vita del metaverso di Mark Zuckerberg

Sul palco del Meta Connect 2025 a poche ore da Menlo Park il ceo di Meta Mark Zuckerberg ha descritto così i suoi nuovi Meta Ray Ban: occhiali non solo belli dotati di una superintelligenza personale e capaci di offrire una sensazione di presenza attraverso ologrammi realistici. «L’unione di queste idee – ha chiosato – è ciò che chiamiamo Metaverso». Non c’è stato il tempo materiale per sorridere per il maldestro tentativo di riportare in vita una delle idee più fallimentare della storia di Facebook perché la presentazione si è distinta per un flop tecnico sul funzionamento dei glass con Zuckerberg che ha rassicurato: “va tutto bene” mentre attribuiva i problemi al Wi-Fi. Qualcuno ha accostato l’episodio all’”epic fail” di Bil Gates durante la presentazione di Windows 98 quando lo schermo alle sue spalle comparve “schermata blu della morte” o BSOD. Va dettto che a Microsoft quel flop portò bene. E lo stesso potrebbe accadere anche a Mark Zuckerberg.

La stampa internazionale (tecnica e non) ha salutato con entusiasmo i Meta Ray Ban definendoli una svolta nel mercato delle smart glasses con display. Dopo i fallimenti di Google Glass (2012) e Amazon Echo Frames (2020) – e forse anche grazie a questi flop – forse questa volta ci siamo. La promessa di display integrati, ologrammi e funzioni di intelligenza artificiale è pronta a concrettizarsi in un prodotto-prototipo prono per il mercato. Il nuovo gadget di Zuck che – ricordiamo- può contare su un gigante dell’occhialer come EssilorLuxottica promette di rendere finalmente reale la reltà aumentata. Il cuore tecnologico è un piccolissimo schermo che si attiva su una delle due lenti per mostrare applicazioni, condividere contenuti, mostrare traduzioni, mappe e scegliere le canzoni da ascoltare. Tu parla, gli occhiali ascoltano, rispondono e quando possono proiettano su una lente dei disegni digitali come se fossero mini ologrammi. Non è ancora l’ammazza-smartphone di chi si è tanto favoleggiato ma l’innesto delle proprietà conversazionali di intelligenza artificiale promette di dare vita a una categoria di prodotto nuova, finalmente utile, in grado di abilitare nuovi comportamenti e forse nuove dipendenze.

Meta Ray Ban così come i nuovi smartglass di Google potenziati con Android XR, una nuova piattaforma che combina realtà virtuale, realtà aumentata e intelligenza artificiale o gli Spectacles di Snaptchat non sono qualcosa di nuovo, ma ci hanno visto giusto. E con i chatbot potrebbero diventare davvero una alternativa agli schermi. Restano da sistemare cose non piccole, come l’autonomia della batteria, le sei ore di uso misto dichiarate da Meta non sono male, ma per molti scenari non bastano (es. uso prolungato fuori casa, viaggi etc.). Occhiali con camere, microfoni e display sollevano questioni di privacy su chi registra cosa quando, con che consapevolezza delle persone vicine. Potrebbero risultare pesanti da indossare a lungo. Anche la visibilità del display sotto forte luce solare può essere un limite. C’è da considerare e studiare bene l’effetto “disconnessione sociale” percepito e le possibili conseguenze. Il prezzo poi – 799 dollari – è giudicato alto ma si abbasserà. Qualcosa insomma andrà limtato, migliorato e forse regolato. Ma questa volta il flop di Zuck potrebbe essere davvero un nuovo inizio.

Fonte: Il Sole 24 Ore