MIA Photo Fair migliora la qualità

MIA Photo Fair migliora la qualità

Il mercato della fotografia artistica italiana ha tanto potenziale ancora inespresso. A sostenerlo è uno dei più importanti galleristi in questo settore a livello internazionale, l’inglese Michael Hoppen, che ha aperto la sua galleria a Londra più di 30 anni fa. Lo abbiamo incontrato a Milano in occasione della 14ª edizione della fiera per la fotografia MIA Photo Fair, sponsorizzata da BNP PARIBAS e aperta fino a domenica 23 marzo, a cui partecipa per la prima volta. “In Italia, per tutto il Novecento, ci sono stati fotografi che sono stati non solo bravi, ma tra i migliori – ha commentato – ma il problema è la circolazione internazionale, ci sono troppi limiti. Artisti come Giacomelli, Basilico, Letizia Battaglia, Giorgio Sommer, Vittorio Sella, Ugo Mulas dovrebbero essere più noti all’estero, mentre sono sconosciuti. L’Italia all’estero è associata all’antico e al design, non alla fotografia, come per esempio la Francia o l’America. Bisognerebbe fare di più per promuoverla”. In fiera ha portato una grande varietà di nomi, dai giapponesi agli americani, per mostrare la varietà del suo programma, con prezzi da 3.800 a 20.800 euro (ma la maggior parte sono sotto i 10mila euro).

La qualità

Non è l’unica nuova galleria a MIA quest’anno. La fiera ha 21 nuovi nomi, tra cui molti che hanno apportato più qualità alla manifestazione rispetto agli anni passati. Per esempio, c’è la galleria berlinese Springer, che è stata una delle prime gallerie a Berlino nel dopoguerra (fondata nel 1948) e da circa 13 anni si è specializzata sulla fotografia. Presenta uno stand monografico dedicato allo svizzero Arnold Odermatt, scomparso nel 2021 a 96 anni, poliziotto con la passione della fotografia, che ha dato vita a diverse serie di lavori spesso realizzati in servizio. Tra le più famose c’è la serie degli incidenti, in bianco e nero (da 3.500 a 8mila euro), quelle dei fanali sciolti delle automobili, realizzata in occasione di un incendio di un hotel (6mila-12mila euro), o quella della funivia nei suoi diversi usi e funzioni, scattata quando già era in pensione. Una di queste è stata premiata con il premio MiramART, promosso dal collezionista Andrea Fustinoni, della famiglia proprietaria del Grand Hotel Miramare a Santa Margherita Ligure.

Focus Svizzera

Lo stand fa parte del focus Svizzera, affidato alla curatrice Risha Paterlini, che ogni anno cura un focus su una nazione internazionale. “È un paese interessante perché non solo ci sono tanti artisti locali – fa notare Paterlini -, ma anche internazionali che vivono in Svizzera e svizzeri rappresentati da gallerie internazionali, riflettendo il cosmopolitismo della nazione”. Un concetto che emerge bene allo stand di NContemporary, che accoglie i visitatori con fotografie del siciliano Salvatore Vitale e dell’israeliana Naomi Leshem, entrambi da tempo residenti in Svizzera, che riflettono rispettivamente sul tema della sicurezza nazionale (tema tristemente attuale) e sul paesaggio (prezzi per Vitale tra 1.500 e 5mila euro e per Leshem tra 5mila e 7mila euro). Accanto a loro, Anila Rubiku, albanese di base a Milano, che fotografa le vetrate dei palazzi milanesi anni ’50 e le fa poi ricamare dalle donne carcerate in Albania – un’altra strada della fotografia, che supera il mezzo stesso (6mila euro).

I mille volti della fotografia

Dalla Svizzera arriva per la prima volta anche Gaze Off di Franco Marinotti, galleria che ha come scopo quello di sostenere gli artisti sollevandoli dalle pressioni della domanda del mercato. Al suo stand, la fotografia è interpretata in vari modi, dalle sovrapposizioni di diapositive di Roberto Macchiut agli scatti privi di orizzonte di Fabrizio Contarino, che lancia la macchina fotografica lontana da sé appesa un filo per separarla dalla propria volontà, fino al diario di immagini di Jean-Marie Renyer, presente in fiera anche nella sezione istituzioni in rappresentanza della nuova Fondation Bugnon di Château-d’Œx.

Fonte: Il Sole 24 Ore