Mike Lynch, patrimonio in bancarotta: Hp ottiene 700 milioni dopo il naufragio e la causa su Autonomy

Mike Lynch, patrimonio in bancarotta: Hp ottiene 700 milioni dopo il naufragio e la causa su Autonomy

Il patrimonio di Mike Lynch è ufficialmente in bancarotta. Una sentenza dell’Alta Corte di Londra ha stabilito che Hewlett-Packard (Hp) ha diritto a un risarcimento di oltre 700 milioni di sterline dall’eredità del defunto imprenditore, ex fondatore del colosso software Autonomy e una delle figure simbolo della tech britannica, e del suo ex direttore finanziario, Sushovan Hussain, a causa di una frode legata alla vendita della società al colosso californiano nel 2011.

La decisione arriva a quasi un anno dalla tragedia avvenuta al largo della Sicilia, quando Lynch perse la vita insieme alla figlia diciottenne Hannah nel naufragio del suo superyacht, il Bayesian. Nella sciagura, avvenuta il 19 agosto 2024, persero la vita altre cinque persone, tra cui il presidente di Morgan Stanley International, Jonathan Bloomer, e sua moglie Judy. La vedova di Lynch, Angela Bacares, è sopravvissuta al disastro, ma non riceverà nulla dal patrimonio del marito, a meno che non venga accolto un eventuale appello.

La causa, iniziata anni fa, si è concentrata sull’acquisizione di Autonomy da parte di Hp per 8 miliardi di sterline. Meno di un anno dopo, il valore dell’azienda venne svalutato di 6,5 miliardi. HP accusò Lynch e Hussain di aver gonfiato artificiosamente i conti per trarre profitto dalla vendita. Nel 2022, un giudice diede ragione a HP, ma l’ammontare del danno è arrivato solo ora, con la condanna a oltre 700 milioni: 646 per la differenza tra il prezzo pagato e il reale valore della società, 52 per inganno personale e 35 per danni ad altre aziende del gruppo.

Lynch, spesso descritto come il “Bill Gates britannico”, si è sempre dichiarato innocente, sostenendo che la colpa fosse di HP per non aver saputo integrare Autonomy. Negli Stati Uniti era stato assolto dalle accuse penali e stava valutando un appello contro la sentenza britannica prima della tragedia.

Fonte: Il Sole 24 Ore