Mikro Kapital contro la desertificazione bancaria: un aiuto alle piccole imprese

Mikro Kapital contro la desertificazione bancaria: un aiuto alle piccole imprese

Desertificazione bancaria ed esclusione sociale sono due facce della stessa medaglia: la difficoltà di accesso al credito.
Sono in crescita le piccole aziende e i semplici cittadini che si ritrovano senza servizi bancari di prossimità a causa delle numerose fusioni. Questo processo è definito desertificazione bancaria ed è causato da diversi fattori, che vediamo in dettaglio, scoprendone le conseguenze.

Le cause della desertificazione bancaria
Tra le cause principali della desertificazione bancaria c’è sicuramente la rivoluzione digitale che ha cambiato il modo in cui usufruiamo dei servizi. Le transazioni digitali e il pervasivo uso delle app per effettuare tutte le operazioni bancarie hanno ridotto il ricorso allo sportello.
Ciò ha permesso una riduzione dei costi da parte delle banche, spostatesi verso modelli di servizio digitali ed efficienti. Anche l’approvazione di regolamenti bancari più stringenti ha provocato un aumento dei costi delle filiali, rendendo meno sostenibile tenerle aperte.
I primi effetti della desertificazione bancaria si sono verificati nei paesi più piccoli e scarsamente popolati. La diminuzione della popolazione e il suo invecchiamento contribuiscono ulteriormente all’aumento di questo fenomeno.
Riassumendo, potremmo dire che la desertificazione bancaria è causata da:
• l’effetto dirompente della digitalizzazione;
• l’aumento dei costi operativi;
• le politiche di razionalizzazione delle banche.
Le conseguenze di questo fenomeno sono la contrazione delle possibilità di accesso al credito e la difficoltà di sviluppo per le imprese locali, con l’effetto di una perdita complessiva di competitività per le periferie.

I numeri della desertificazione bancaria in Italia
Il rapporto UILCA offre un quadro sconfortante del fenomeno con 4.557 filiali chiuse tra il 2019 e il 2024: in media 76 sportelli in meno ogni mese. Nel 2024 le filiali su tutto il territorio nazionale sono diventate meno di 20 mila. In Lombardia ben il 90% dei cittadini ha sofferto la chiusura degli sportelli, evidenziando una sempre crescente difficoltà di sopravvivenza dei piccoli centri e delle piccole e medie imprese in essi situate.
La mappa della desertificazione bancaria in Italia disegna un fenomeno a macchia di leopardo con Valle d’Aosta, Umbria e Sardegna tra le regioni più colpite. Solo l’anno scorso sono stati 101 i comuni a rimanere senza sportelli bancari, portando a un totale di 3.381 comuni attualmente sprovvisti di sportelli bancari, pari al 42,8% del totale nazionale. E non si tratta solo di piccole realtà scarsamente popolate, per la prima volta, infatti, a rimanere senza sportelli è stato un comune con più di 20.000 abitanti (Trentola Ducenta).
Cresce anche il numero degli italiani (4,6 milioni) – e di conseguenza anche delle imprese (282.688) – che risiedendo in comuni totalmente desertificati non hanno accesso fisico ai servizi bancari.
Secondo le stime sarebbero circa 11 milioni i cittadini privati dell’accesso al credito, con conseguente ripercussione sul numero di aziende in attività.

Esclusione sociale e finanziaria
Per i cittadini che non hanno accesso alle tecnologie digitali, o non possiedono le adeguate competenze, la conseguenza è l’esclusione sociale. Un effetto che travolge anche i meno abbienti che hanno scarsa disponibilità di mezzi per raggiungere una filiale troppo lontana. Un aspetto, quello della mancanza di mezzi, che innesca un circolo vizioso escludendo questi soggetti dal credito e, quindi, da ogni possibilità di sviluppo. Secondo i dati UILCA, la chiusura degli sportelli bancari riduce poi la propensione gli investimenti. Per ben il 75,4% della popolazione avere una banca di riferimento sul territorio influisce sulle decisioni finanziarie.
La desertificazione bancaria comporta uno scarso sviluppo del territorio, mettendo a rischio la sopravvivenza di tutte le piccole imprese che vi sorgono. Si tratta, quindi, della più grave forma di esclusione finanziaria.

L’esclusione creditizia
Cosa succede alle piccole e medie imprese quando la filiale più vicina chiude? Molte transazioni, come la possibilità di incassare assegni o di pagare con denaro contante, diventano impossibili.
La minore circolazione del credito e la ridotta possibilità per le PMI di accedere ai finanziamenti, produce esclusione creditizia. Dal punto di vista dell’accesso al credito, la valutazione del rischio collegato al prestito per l’assenza di garanzie e la mancanza di uno storico creditizio rappresentano due barriere insormontabili.
Il ricorso al credito esterno favorisce la mobilità, la formazione professionale e lo sviluppo delle imprese e riduce il ricorso a intermediari informali o illegali. Con la desertificazione bancaria, le imprese vengono isolate, si sentono abbandonate dalle istituzioni e sfiduciate rispetto a una possibile crescita futura.
Quali alternative restano a chi si trova escluso a più livelli e intende investire nella propria idea imprenditoriale per far crescere il territorio? La speranza si chiama finanza etica.

Desertificazione bancaria: l’antidoto della finanza etica
Più redditività e meno sostenibilità sociale, questa è la tendenza del sistema bancario che si manifesta nella desertificazione.
All’opposto si pone la finanza etica, un settore della finanza che mette l’individuo al centro dell’attività creditizia. I valori alla base sono l’accesso al credito e l’inclusione finanziaria dei soggetti più deboli per sostenere l’economia reale.
Prima della massimizzazione del profitto, per la finanza etica l’obiettivo è realizzare una crescita economica che generi benessere collettivo. Concedendo finanziamenti personalizzati ai “non bancabili”, il microcredito rappresenta un valido esempio di finanza etica.
Questo strumento permette l’erogazione di piccoli prestiti a microimprese con scarse garanzie o senza storico creditizio. Grazie all’azione di realtà come Mikro Kapital S.p.A., primaria società autorizzata al microcredito in Italia, l’accesso al credito diventa possibile. Non solo, si riducono notevolmente i tempi di erogazione: con Mikro Kapital è possibile ottenere la delibera a una richiesta di finanziamento in soli 5-10 giorni.

Mikro Kapital, microcredito e inclusione finanziaria
Versatile, rapido da ottenere e personalizzato, il microcredito tiene conto del valore del progetto più che dei classici algoritmi finanziari.
Mikro Kapital è una delle società più attive nel panorama nazionale: su un mercato globale del Microcredito che ha raggiunto i 182,7 miliardi di dollari nel 2022, il Gruppo lussemburghese Alternative di cui Mikro Kapital SpA fa parte, vanta un asset di 314,8 Milioni di euro.
La conoscenza del mercato di riferimento e il valore del progetto sono determinanti nell’erogazione del prestito che può arrivare fino a un massimo di 100.000 € per le sole S.r.l. Diversa è la situazione per le altre forme societarie a esclusione delle S.p.A., che possono ottenere fino a 75.000 €.
In questo modo, istituti finanziari come Mikro Kapital, stanno contribuendo a creare una finanza più etica e inclusiva. La loro attività di tutoraggio consente, inoltre, di massimizzare le risorse del prestito per favorire la sostenibilità del progetto finanziato nel lungo termine.
Visitando il sito mikrokapital.it si può scoprire come è semplice e veloce presentare una richiesta di microcredito, compilando il form e inviando i documenti richiesti per avere subito un preventivo.

Fonte: Il Sole 24 Ore