Milano-Sanremo, sarà sfida tra Van Der Poel e Pogacar. Italiani in ritardo

Siamo a secco, insomma. Applaudiamo con invidia e ammirazione i giovani talenti che sembrano fiorire solo all’estero. Dal danese Jonas Vingegaard trionfatore degli ultimi due Tour de France, allo sloveno Tadej Pogacar, capace di dominare la Tirreno-Adriatico con una straordinaria fuga di oltre 80 chilometri. E poi i giganti del Nord: l’olandese Van Der Poel, campione del mondo e primo all’ultima Sanremo; i belgi Van Aert e ed Evenepoel, sempre comunque protagonisti; lo stagionato ma sempre temibile Primoz Roglic, anche lui sloveno, solo in parte “oscurato” dal giovane cannibale Pogacar. E si potrebbe andare avanti all’infinito. Australiani, inglesi, americani, tedeschi, spagnoli, qualche francese. Il ciclismo globalizzato parla, oltre all’inglese, qualsiasi lingua tranne l’italiano che per decenni è stato invece il lessico comune del ciclismo.

Arriviamo quindi con le batterie poco cariche a questo Milano-Sanremo (con partenza da Pavia e arrivo in via Roma dopo 288 chilometri). Tenuti in piedi dalla remota speranza che un velocista come Jonathan Milan, lo sprinter friulano che ha chiuso in bellezza la Tirreno-Adriatico, riesca con uno sprint dei suoi a toglierci dall’imbarazzo. Perchè dietro a questo 23 enne, campione olimpionico della pista, che ha fulminato nomi importanti come Kristoff e Philipsen, c’è davvero il vuoto. Basti pensare che il primo italiano in classifica generale alla Tirreno-Adriatico è stato Lorenzo Fortunato, lo scalatore bolognese arrivato 14esimo a quasi sei minuti da Vingegaard.

Almeno sul carta, il duello per la vittoria sembra già scritto. E vede protagonisti Mathieu Van Der Poel, campione iridato e trionfatore dell’ultima edizione, e il marziano Tadej Pogacar, un fenomeno che ormai sta facendo le scarpe perfino a Eddy Merckx per la sua insaziabile voglia di non lasciarsi sfuggire qualsiasi traguardo. Due big assoluti che hanno entrambi ottimi motivi per conquistare la Sanremo. Per l’olandese, se centrasse la doppietta, sarebbe il modo migliore di ribadire che nelle corse di un giorno è lui il numero uno. Vincendo con la maglia iridata entrerebbe anche nel prestigioso club degli iridati che trionfano nella classicissima con la maglia arcobaleno (Alfredo Binda, 2 volte Eddy Merckx, Felice Gimondi e Beppe Saronni).

Quanto a Pogacar, c’è poco da aggiungere. Vuole vincere perchè è un vincente. Forse la Sanremo è più adatta agli scatti fulminanti dell’olandese, ma con lo sloveno mai dire mai. Ci ha abituati a qualsiasi impresa. L’unico che lo ha messo in difficoltà, finora, è Vingegaard, battendolo nelle ultime due edizioni del Tour. Ma il danese è appunto un altro fenomeno, più costruito per eccellere nelle grandi salite delle corse a tappe. Pogacar assomiglia di più ai campioni antichi che si cimentano su qualsiasi terreno da febbraio a ottobre. Per questo piace. Non ha praticamente punti deboli. E infatti poi parteciperà sia al Giro d’Italia che al Tour de France. Un programma molto ambizioso come è allegramente ambizioso questo ragazzo sloveno che, a 25 anni, ha già un curriculum vitae da far spavento.

Van Der Poel ha però un’altra freccia al suo arco: quella del velocista belga Jasper Philipsen, suo compagno nella Alpecin -Deceuninck, anche lui protagonista alla Tirreno nella volata di Follonica. In caso di arrivo allo sprint, il belga potrebbe risultare una valida alternativa. Come bisogna tenere d’occhio anche lo sloveno Matej Mohoric, vincitore dell’ultima edizione e sempre pronto a infilarsi nella lotta tra i super big.

Fonte: Il Sole 24 Ore