Mister Fuorisalone.it: «Tutto è nato da una tesi di laurea»

Milano è il Fuorisalone, il Fuorisalone è Milano. Ma chi lo ha inventato e chi c’è dietro a questo brand che racchiude gran parte del successo che la settimana del design sta raccogliendo anno dopo anno, diventandone il simbolo? La storia inizia quaranta anni fa. Gli eventi in centro città durante il Salone del Mobile sono iniziati in modo sotterraneo e quasi anonimo in quella che era la Milano da bere degli anni Ottanta. Ma è nel decennio successivo che quella che in un primo tempo era solo una tendenza di moda diventa una vera e propria consuetudine per tante aziende: lo show-room anche fuori dai padiglioni della Fiera.

La svolta negli Anni 2000

I numeri crescono fino a che la galassia di iniziative diventa una realtà così multiforme e organizzativamente anarchica che produce un grande caos creativo. La prima esperienza di gestione e di marketing è quella di via Tortona che diventa il punto di riferimento generale. Ma è intorno all’anno Duemila che il successo non è più solo per la cerchia degli addetti ai lavori. Girare per feste, eventi e show-room diventa una passione si può dire popolare.

«In quegli anni – racconta Paolo Casati, classe 1977, di Studio Labo – io e Cristian Confalonieri eravamo giovani studenti alla facoltà di design del Politecnico di Milano. Talmente appassionati che ci siamo resi conto come in quel periodo mancava uno strumento che poteva, diciamo così, storicizzare l’evento». Casati descrive quella settimana del mobile come «il grande carnevale della città, un po’ come quello che per Rio de Janeiro è appunto il carnevale». Ma dopo quei sette giorni finiva tutto lì, era come se il vissuto venisse immediatamente rimosso.

Piattaforma per creare una memoria e un percorso

L’università, attraverso un libro bianco, aveva posto la questione sul perché Milano non avesse ancora un museo del design, chiedendo contributi e idee su una possibile soluzione. «Alla sollecitazione – continua Casati – abbiamo risposto che per noi il design era qualcosa di vivo che non doveva per forza essere racchiuso in un museo fisico. Così l’idea fu quella di creare una piattaforma soltanto digitale che potesse appunto creare una memoria e un percorso di quello che stava accadendo in città».

Una intuizione che nel 2002 diventa tesi di laurea. «Così siamo partiti con il dominio digitale Fuorisalone.it, una piattaforma che potesse dare supporto alle aziende su come si comunicava, capire cosa bisognava fare per partecipare, come si trovava una location e come si gestiva lo spazio pubblico. Sostanzialmente uno spazio di servizio per i brand ma anche per i visitatori, in particolare un orientamento sul contenuto e sulle proposte in città».

Fonte: Il Sole 24 Ore