Misure tardive e poco efficaci per ridurre i tempi di definizione

Misure tardive e poco efficaci per ridurre i tempi di definizione

Il decreto legge 117 dell’8 agosto scorso riprende, solo in parte, gli interventi proposti dal Csm per raggiungere gli obiettivi Pnrr e cerca di aumentare il numero di giudici negli uffici in sofferenza.

Molti interventi appaiono però tardivi, farraginosi e macchinosi ed è quindi probabile che non siano sufficienti al raggiungimento degli obiettivi Pnrr. I dati mostravano da tempo come diversi uffici, nonostante l’ingente investimento nell’ufficio per il processo, non sarebbero stati in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi Pnrr e cercare di porvi rimedio adesso con interventi tardivi e poco coerenti appare velleitario. Vediamo perché.

I (pochi) giudici onorari di pace, i cui uffici sono già in grandissima sofferenza, ma il cui contenzioso non rientra negli obiettivi del Pnrr, potranno essere impiegati nei tribunali. Non viene però definito il numero di procedimenti da smaltire e non è prevista un’indennità aggiuntiva.

Non più di 20 magistrati (anche qui pochi) provenienti da uffici dei distretti di corte d’appello che, al 30 giugno 2025, avevano già raggiunto gli obiettivi Pnrr (i dati non sono ancora disponibili ma non dovrebbero essere molti), potranno inoltre essere trasferiti, ovviamente a domanda e per un periodo massimo di due anni e quindi anche oltre il 30 giugno 2026, presso le corti d’appello che non hanno raggiunto gli obiettivi. Il decreto non indica il numero di procedimenti da definire ma prevede un’indennità aggiuntiva lorda di 46.022 euro, a cui si aggiungono 13.879 euro come indennità di prima sistemazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore