
Mobilità modulare, l’italiana TUC.technology lancia il nuovo standard industriale
A un anno dal debutto del prototipo miniaturizzato TUC.tiny, TUC.technology compie un passo decisivo verso l’industrializzazione della propria visione di mobilità modulare. L’azienda torinese ha infatti svelato un ecosistema completo che combina hardware, software e architettura per trasformare veicoli e ambienti in piattaforme flessibili e riconfigurabili.
TUC.technology ha presentato alla IAA di Monaco due componenti già pronti per l’integrazione industriale: TUC.micro, un connettore miniaturizzato universale, e TUC.brain, una centralina zonale intelligente. A coordinare il sistema è TUC.OS, il software proprietario che gestisce riconoscimento, configurazione e aggiornamento digitale dei moduli.
I componenti sono stati mostrati in azione all’interno di TUC.system, un concept di plancia modulare riconfigurabile. Qui dispositivi personali come tablet, smartphone e assistenti vocali convivono con cruscotti, sistemi di guida e accessori da smart living. L’integrazione avviene senza cablaggi aggiuntivi, grazie alla connessione diretta tra TUC.micro, TUC.brain e TUC.OS.
Il TUC.micro è progettato come un’interfaccia plug&play che integra in un unico dispositivo energia, dati e bloccaggio meccanico. Può essere installato in qualunque punto del veicolo, visibile o nascosto, e consente la connessione sicura e immediata di moduli interni ed esterni. La sua architettura consente di ridurre la complessità dei cablaggi, abilitando una gestione modulare e semplificata delle periferiche, sia automotive che consumer.
Il TUC.brain rappresenta l’elemento di controllo dell’intero sistema. Compatibile con architetture a 12V, 24V e 48V, supporta protocolli standard come CAN bus e Automotive Ethernet e integra moduli di connettività LTE e GNSS tramite TUC.RF. La centralina funziona come hub di gestione dei segnali, coordinando alimentazione, dati e configurazione dei dispositivi collegati al sistema. Questo approccio si inserisce nel trend delle architetture elettroniche zonali, che mirano a superare i sistemi frammentati tradizionali a favore di un’infrastruttura più scalabile ed efficiente.
Fonte: Il Sole 24 Ore