
Morgan Stanley e Bank of America battono le stime
Stagione propizia per le trimestrali del settore bancario negli Stati Uniti. Dopo la crescita di ricavi e utili per JPMorgan, Goldman Sachs, Citigroup e Wells Fargo, arriva la conferma del trend anche con le trimestrali di Morgan Stanley e Bank of America. La prima, in particolar modo, è riuscita a fare meglio del comparto grazie al traino dei risultati del trading sull’azionario, che ha registrato ricavi in aumento del 35% a 4,12 miliardi di dollari. Il dato ha ampiamente superato le stime degli analisti, che indicavano una crescita del 6,6%, e ha battuto i 3,74 miliardi registrati da Goldman Sachs, che negli ultimi anni ha dominato il segmento del trading azionario. Positiva anche l’evoluzione dell’investment banking, che ha contribuito ai risultati con commissioni in aumento del 44%, sopra le previsioni del mercato. Così come la performance della divisione di wealth management, che ha superato le attese con 81 miliardi di dollari di nuovi asset raccolti e un margine di profitto ante imposte del 30%. Nel complesso il terzo trimestre per Morgan Stanley si è concluso con ricavi netti per 18,2 miliardi di dollari, a fronte dei 15,4 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente; mentre l’utile netto attribuibile alla banca è salito a 4,6 miliardi di dollari, pari a 2,80 dollari per azione diluita, rispetto ai 3,2 miliardi di dollari, 1,88 dollari per azione diluita, registrati nel terzo trimestre del 2024.
Bank of America
Meglio delle attese anche i risultati del terzo trimestre di Bank of America. La seconda maggiore banca statunitense ha beneficiato di un forte contributo dell’investment banking, che ha visto una crescita delle commissioni del 43%, raggiungendo 2 miliardi di dollari, ben al di sopra delle stime interne che prevedevano una crescita tra il 10% e il 15%. I ricavi netti al netto degli interessi passivi si sono attestati a 28,1 miliardi di dollari, in aumento dell’11% su base annua. «L’incremento – si legge nella nota della banca – riflette la crescita del margine di interesse netto (NII), l’aumento delle commissioni da investment banking e asset management, oltre a una solida performance delle attività di trading e sales». L’utile netto del gruppo è salito a 8,5 miliardi di dollari, rispetto ai 6,9 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente, pari a un utile per azione diluito di 1,06 dollari, in crescita del 31% rispetto agli 0,81 dollari registrati un anno fa. I risultati hanno portato il management a rivedere al rialzo le stime per il margine di interesse netto atteso nel quarto trimestre in un range compreso tra 15,6 e 15,7 miliardi di dollari, in aumento di circa l’8% su base annua.
Accantonamenti per perdite su crediti
Con le trimestrali di Bofa e Morgan Stanley le più grandi banche Usa chiudono il cerchio dei risultati e gli analisti guardano più nel dettaglio le informazioni di bilancio, da cui è emerso l’andamento a due velocità degli accantonamenti per le perdite sui crediti. Se, infatti, da una parte JPMorgan Chase & Co. ha effettuato il maggiore accantonamento per perdite su crediti dai tempi della pandemia pari a 3,4 miliardi di dollari, confermando i timori espressi dall’amministratore delegato Jamie Dimon riguardo a segnali di deterioramento della qualità creditizia, d’altro canto le altre cinque maggiori banche americane sembrano essere meno preoccupate. In particolare, Morgan Stanley ha registrato zero accantonamenti nel trimestre. L’istituto ha dichiarato di aver già effettuato in precedenza le necessarie rettifiche per esposizioni nel real estate commerciale, incluse quelle emerse nel trimestre. Wells Fargo e Bank of America, dal canto loro, hanno ridotto gli accantonamenti rispetto ai trimestri precedenti, citando una minore esposizione ai rischi legati a prestiti su immobili ad uso ufficio. La ceo di Citigroup, Jane Fraser, inoltre ha riconosciuto un certo “raffreddamento” della crescita, ma ha sottolineato che l’economia americana ha finora mostrato una notevole resilienza.
Fonte: Il Sole 24 Ore