Morire sul lavoro per il caldo, 10 anni fa il caso Paola Clemente

Morire sul lavoro per il caldo, 10 anni fa il caso Paola Clemente

Ci sono morti sul lavoro di serie A e morti sul lavoro di serie B. A questa seconda categoria appartiene la scomparsa, 10 anni fa esatti, di Paola Clemente, una donna di 49 anni morta durante una giornata di lavoro in un vigneto di Andria, in Puglia, il 13 luglio 2015. Qui Paola lavorava come stagionale addetta all’acinellatura, la fase di lavorazione dell’uva da tavola in cui i grappoli vengono depurati dagli acini più piccoli. Un lavoro che Paola, come gli altri colleghi, svolge in condizioni proibitive. Sotto un tendone a temperature proibitive. E così quel giorno ha un malore. Ma i soccorsi tardano ad arrivare e quando, alla fine, l’ambulanza arriva è ormai troppo tardi.

Una “non” morte sul lavoro

Una morte sul lavoro di serie B si diceva. Ma forse neanche quello perché ufficialmente l’Inail non l’ha mai riconosciuta come tale. Oltre il danno la beffa per i familiari e il marito che da 10 anni chiedono giustizia per quella morte. Inutilmente. Perché l’iter processuale è ancora in corso ma non lascia grandi speranze. Sul fronte penale il titolare del vigneto, Luigi Terrone, è stato assolto in primo grado dall’accusa di omicidio colposo. Sul secondo filone, che riguarda accuse di caporalato a carico anche di sei persone dell’agenzia interinale che trovò il lavoro a Paola, pende la spada di Damocle della prescrizione.

La legge di Paola

La morte di Paola Clemente non è stata in ogni caso totalmente senza conseguenze. Perché, proprio sull’onda emotiva della vicenda, un anno dopo la sua morte è stata varata la legge 199 sul caporalato. E “La legge di Paola” è anche il titolo del podcast firmato da Francesca Zanni ed Enrico Bergianti per Radio 24 che racconta la vicenda a 10 anni dai fatti. «Ciò che in assoluto mi ha più indignato di questa vicenda – racconta Zanni – è stata l’indifferenza generale che sta alla base di questo sistema di sfruttamento. Paola Clemente è andata a lavorare quel giorno anche se non si sentiva bene perché temeva che, mettendosi in malattia avrebbe perso il posto…».

Un dramma che può capitare a chiunque

Lo sfruttamento dei braccianti e il cancro del caporalato nella filiera agroalimentare è un dramma che istintivamente viene associato al gradino più basso del mercato del lavoro: gli immigrati, soprattutto irregolari, senza documenti e senza diritti e quindi più facilmente sfruttabili. Il caso di Paola Clemente, donna italiana di 49 anni, sfata questa credenza comune. «La verità è che chiunque può trovarsi, da un giorno all’altro, in situazione di difficoltà economica e finire in una situazione simile. E questo è forse il filo conduttore che lega “La legge di Paola” agli altri podcast che in questi anni abbiamo realizzato».

Fonte: Il Sole 24 Ore