Morto Luigi Berlinguer, ministro dell’Istruzione che firmò la riforma di Prodi

È morto all’età di 91 anni l’ex ministro dell’Istruzione, ex deputato ed ex europarlamentare Luigi Berlinguer. Sardo di origine, viveva a Siena, dove aveva insegnato ed era stato anche rettore dell’Università. Cugino di Enrico Berlinguer, il più amato segretario Partito Comunista Italiano, per conto del primo governo Prodi mise la firma su una riforma dell’istruzione e della scuola che non mancò di creare discussioni. La camera ardente è prevista per giovedì 2 novembre nell’aula magna dell’Università di Siena.

Luigi Berlinguer fu deputato, eletto con il Pci, dal 1963 al 1968. Nel 1993 accettò la designazione a ministro dell’Università e della ricerca scientifica offertagli dal presidente del Consiglio dei ministri Carlo Azeglio Ciampi, ma si dimise subito dall’incarico. Nel 1994 si candidò alla Camera come capolista progressista nella circoscrizione della Toscana e venne eletto.

Ricandidatosi nel 1996, venne eletto nel collegio di Firenze. Dal 1996 al 1998 assunse nel primo governo Prodi la guida del Ministero della pubblica istruzione e, ad interim, di quello dell’Università e della ricerca scientifica e tecnologica, per proseguire nei successivi governi sino al 2000 come ministro della Pubblica istruzione. Nell’aprile del 2009, all’età di 77 anni, accettò la candidatura al Parlamento europeo per il Pd come capolista per la circoscrizione Nord Est, venne eletto e restò in carica fino al 2014.

«Apprendo ora con grande dolore della scomparsa di Luigi Berlinguer. È stato un ministro appassionato di scuola, sempre aperto al dialogo, ha lasciato una traccia importante. Ai suoi cari le mie più sentite condoglianze», scrive su X il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. A nome del Pd, il partito di Berlinguer, parla la segretaria Elly Schlein: «Esprimo a nome di tutta la comunità democratica il più profondo cordoglio per la scomparsa di Luigi Berlinguer. Ci lascia una personalità appassionata e impegnata ma soprattutto Luigi Berlinguer lascia a noi l’eredità di avere a cuore, e difendere, il patrimonio inestimabile della nostra cultura politica. Ai suoi familiari e ai suoi amici vanno le nostre condoglianze».

Fonte: Il Sole 24 Ore