Mps, indagate persone fisiche e società per collocamento 15%
Persone fisiche e persone giuridiche, ossia società, sono indagate dalla Procura di Milano nell’inchiesta che punta a far luce sull’acquisizione del 15% di azioni Mps tramite Banca Akros, nel novembre scorso da paarte di Delfin della famiglia Del Vecchio, del gruppo Caltagirone, di Banco Bpm e di Anima. La Procura di Milano intende effettuare tutti gli accertamenti necessari nel più breve tempo possibile, secondo le indiscrezioni riportate dalle agenzie stampa.
L’indagine della procura
L’indagine nasce da una querela per diffamazione presentata da Mediobanca per alcuni articoli pubblicati da gennaio 2025 e ritenuti lesivi e si è poi allargata ad alcune operazioni relative al risiko bancario in atto in Italia. Riguardo al capitolo Mps, Banca Akros, che fa parte del gruppo Banco Bpm e ha gestito l’operazione al centro delle indagini, assicura che tutto è stato fatto secondo le regole: «Nel proprio ruolo di global coordinator e bookrunner della procedura» la banca «ha condotto la stessa in modo corretto e trasparente, nel pieno rispetto delle norme e delle prassi che regolano tali operazioni, con la partecipazione di centinaia di investitori istituzionali, tramite piattaforma informatica».
C’è naturalmente massimo riserbo sui nomi delle persone e delle società iscritte nel fascicolo a modello 21, perché agli indagati al momento, da quanto risulta, non è stato notificato alcun atto con le ipotesi di reato. Finora l’unica attività esterna delle indagini in un unico fascicolo è stata l’acquisizione ai primi di maggio di documenti in Banca Akros, non indagata, che ha collocato il pacchetto di azioni di Mps per conto del Mef. Con un ordine di esibizione la guardia di finanza ha chiesto, tra l’altro, mail e comunicazioni relative all’operazione.
La cessione del 15% di Mps
Lo scorso novembre, il Mef ha ceduto il 15% del Monte dei Paschi, attraverso la cosiddetta “accelerated book building” (Abb). La quota è stata comprata per un 8% dal polo Banco Bpm-Anima, mentre il gruppo Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio hanno acquisito ciascuna il 3,5%. Acquisti avvenuti tutti ad un prezzo a premio del 5% e quasi contemporanei. Due aspetti su cui la procura potrebbe decidere di fare alcune verifiche.
Inoltre le indagini dovranno far chiarezza sull’esistenza o meno di una presunta convergenza di interessi tra gli ’attori’, non dichiarata al mercato, oltre che sulla congruità del prezzo di vendita delle azioni. Gli investigatori del Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, con i pm Giovanni Polizzi e Luca Gaglio, coordinati dall’aggiunto Roberto Pellicano e dal procuratore Marcello Viola, stanno lavorando per verifiche su più fronti del ’risiko bancario’ e intendono completare gli accertamenti nel più breve tempo possibile. Per gli avvenimenti non sarebbe attivata al momento in procura a Milano alcuna segnalazione da Consob o altre autorità di vigilanza del settore.
Fonte: Il Sole 24 Ore