Mps, indagini sull’acquisto delle quote

Mps, indagini sull’acquisto delle quote

La Procura di Milano indaga sugli acquisti di titoli Mps e in particolare sulle operazioni realizzate attraverso Banca Akros per verificare se vi sia stato un accordo tenuto nascosto al mercato. L’acquisto dei pacchetti è stato poi effettuato da Banco Bpm, da Anima, Delfin e dal gruppo Caltagirone. E proprio nell’ambito di questa inchiesta il Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, ha effettuato acquisizioni documentali nella stessa Banca Akros, che appartiene al gruppo Bpm (oggetto di offerta da parte di UniCredit).

Nel corso del pomeriggio era emerso che a presentare l’esposto sarebbe stata UniCredit, ma in serata un portavoce ha precisato che la banca «non ha presentato alcun esposto alla Procura di Milano. Né ha presentato alcun esposto in relazione a Delfin e Caltagirone».

La vicenda

Lo scorso novembre, il Ministero dell’Economia ha ceduto il 15% del Monte dei Paschi, attraverso un “accelerated book building” (Abb): la quota è stata comprata per un 8% dal polo Banco Bpm-Anima mentre il gruppo Caltagirone e la Delfin della famiglia Del Vecchio hanno acquisito ciascuna il 3,5%.

Generali e l’offerta di Mediobanca

Tutto questo a pochi giorni dalla data chiave del 16 giugno, giorno in cui i soci Mediobanca dovranno esprimersi sull’offerta per Banca Generali. Proposta rispetto alla quale ieri il cda di Generali ha deciso di battere un colpo. Il consiglio ha infatti stabilito di mandare un messaggio chiaro: l’iter di valutazione dell’Ops è partito. In particolare, la compagnia ha confermato che «esaminerà tutte le implicazioni commerciali, economiche e di valore» della proposta di Piazzetta Cuccia sulla controllata, offerta «che andrebbe a definire una partnership con un primario leader nel settore del Wealth Management». E proprio per questo il Leone ha «avviato il processo volto a esaminare compiutamente la proposta nel pieno rispetto della procedura in materia di operazioni con parti correlate del gruppo».

L’assemblea

Sul processo di valutazione e sui suoi futuri sviluppi pende ovviamente il giudizio dell’assemblea di lunedì. Un’assise che stando alle ultime indicazioni dovrebbe registrare una presenza prossima all’80% del capitale, dato che sarebbe comunque record, considerato che l’ultima riunione chiave degli azionisti aveva superato di poco il 76% di affluenza.
Il valore sarebbe frutto delle comunicazioni raccolte da Piazzetta Cuccia negli ultimi giorni. Il 5 giugno, infatti, era il record date a valle del quale i soci, entro l’11 giugno, avrebbero dovuto confermare la titolarità del diritto di voto. Sulla scorta di questo sarebbe stato calcolato il potenziale capitale presente. Per procedere con l’offerta dunque Piazzetta Cuccia dovrà incassare poco più del 40% dei sì. Al momento appare certo il no del gruppo Caltagirone, che ha circa un 10% dell’istituto, e la possibile astensione della Delfin della famiglia Del Vecchio, cui fa capo un 20%. Sul piatto poi anche le Casse, accreditate attorno a un 5%. Certo, invece, il sì del gruppo Mediolanum, di UnipolSai e di Norges Bank. La partita, allo stato, sembra giocarsi sul filo ma sono ancora molte le posizioni da decifrare. In primis quella del gruppo Benetton tramite la cassaforte Edizione e di altri imprenditori presenti nel patto di consultazione di Mediobanca.

Fonte: Il Sole 24 Ore