Musei d’Impresa, Lombardia apripista con fondi per 1,5 mlioni
Che il valore di un’azienda risieda non soltanto nel suo conto economico o nei prodotti che mette sul mercato, ma anche nella storia di questi prodotti e dell’azienda stessa è un concetto sempre più chiaro alle imprese italiane. In un contesto globale di concorrenza sempre più agguerrita, in cui la partita si gioca prevalentemente sul prezzo, le aziende italiane sanno bene che, per differenziarsi e mantenere la leadership, devono posizionarsi sulla fascia alta del mercato e competere su qualità a valore aggiunto. In questo senso, il patrimonio di storia, cultura e creatività racchiuso in larga parte della nostra manifattura, è una leva strategica imprescindibile.
Lo hanno capito le imprese – che sempre più numerose stanno investendo per valorizzare la propria storia e quella dei propri prodotti attraverso archivi o musei – e lo hanno compreso i decisori politici, che possono mettere a disposizione gli strumenti per stimolare questo tipo di investimenti.
Il bando di Regione Lombardia
È il caso della Lombardia, prima Regione in Italia ad attivare (lo scorso marzo) un bando a sostegno dei musei d’Impresa che, dopo un primo stanziamento di mezzo milione di euro, ha rifinanziato la gara con ulteriori fondi, portando così la dotazione complessiva a 1,5 milioni di euro. È di pochi giorni fa l’annuncio dei 33 progetti ammessi in graduatoria, che prevedono interventi come la realizzazione di nuovi spazi espositivi, anche digitali, e la valorizzazione dei siti esistenti; il restauro delle collezioni; attività di informazione; progetti di collaborazione con le istituzioni del territorio; borse di studio. Il bando è rivolto sia a realtà industriali che hanno già un archivio o un museo e intendono ampliarlo oppure organizzarlo in modo più efficace, sia a realtà che stanno pensando di realizzarne di nuovi.
Tra i progetti vincitori, quelli presentati da Museo Same (Treviglio), Iveco Brixia Museum (Brescia), Opificio Zappa, Museo Artigiano (Erba), Museo del Mulino (Merone), Museo d’impresa Bosch (Cernusco sul Naviglio), Collezione Branca (Milano), Casa Ricordi (Milano) – solo per dare un’idea della varietà dei settori e delle dimensioni aziendali coinvolti.
La leva economica della cultura
L’aspetto forse più interessante dell’iniziativa è che a promuoverla, assieme all’assessorato alla Cultura, è anche l’assessorato allo Sviluppo economico – segno concreto che investire sulla cultura d’impresa è ormai considerato una leva di produttività e competitività. Il nostro obiettivo è quello di creare una cultura di impresa attraverso cui rappresentare al meglio i prodotti delle nostre aziende e i musei d’impresa sono sicuramente lo strumento più efficace in questa direzione – spiega l’assessore allo Sviluppo economico Guido Guidesi -. Da qui la nostra decisione di sostenerli attraverso i bandi che abbiamo fatto e che continueremo a fare. L’obiettivo è che la storia dei prodotti di aziende nate e cresciute in Lombardia, contribuendo allo sviluppo della comunità e del territorio in cui risiede, possa diventare un esempio anche per le future generazioni di imprenditori». Ma anche diventare uno strumento per trasmettere un’immagine diversa delle realtà manifatturiere ai giovani, superando lo stereotipo delle fabbriche sporche e pericolose o delle officine artigianali un po’ arretrate, aprendo questi musei alle scolaresche e facendo scoprire loro le eccellenze e il contenuto tecnologico, culturale e creativo delle produzioni italiane.
Fonte: Il Sole 24 Ore