Musica, linguaggio e violenza: a Casa Sanremo le generazioni “In TRAPpola”

Musica, linguaggio e violenza: a Casa Sanremo le generazioni “In TRAPpola”

Un passaggio che, sottolinea Mazza da Casa Sanremo, hanno attraversato anche altri paesi: «I testi della musica urban sono narrazioni di fenomeni che esistono. Il rap, ad esempio, racconta una violenza che esiste». Ed è l’autenticità degli artisti a conquistare i più giovani: «Se vieni percepito come non autentico, il messaggio non passa» afferma Mazza, aggiungendo che «Il linguaggio può cambiare» mantenendo l’autenticità.

La spirale della violenza e la responsabilità della musica

L’atto violento contro le donne, gli abusi e gli esercizi di potere di cui rap e trap raccontano non si limitano al momento in cui le azioni vengono compiute. Ma arrivano da lontano: “In TRAPpola”, che il rapper Lucariello definisce nel dibattito «un libro necessario», traccia ogni tappa della spirale in cui la violenza parte e degenera. «È qualcosa che arriva da lontano, in famiglia quando vediamo le disparità, sui banchi di scuola tra le battute pesanti dei compagni» scrivono Di Cristofaro, Rossitto e Zancaner – La violenza inizia lì, trova nei social network una cassa di risonanza. Cresce e si nutre di quelle parole». Le parole diventano azioni e anche il linguaggio è specchio della parità: «Anche io in passato ho utilizzato linguaggio violento perché inconsapevole – aggiunge Lucariello, ora parte del laboratorio artistico della fondazione Una Nessuna Centomila – Ma si possono sperimentare nuovi linguaggi ed evitare che la violenza sia uno stereotipo artistico ancora considerato dirompente».

Nuovi modelli, nessuna censura: i ragazzi di Kayros

L’esperienza pratica e diretta, come l’urgenza di un riconoscimento della responsabilità degli adulti, è un punto centrale che emerge dall’inchiesta: le autrici portano l’esempio della comunità Kayros, a Vimodrone, che dal 2000 accoglie giovani tra i 14 e i 25 anni con procedimenti penali in corso.

«I ragazzi ritengono l’adulto irrilevante. Per entrare dentro il loro mondo dobbiamo partire anche dalla loro musica – spiega al pubblico di Casa Sanremo don Claudio Burgio, che gestisce la comunità – Quello che abbiamo fatto è dare loro spazio e possibilità di fare musica in modo serio».

La violenza nasce quando non si hanno le parole e, aggiunge don Burgio, «Per me è stato possibile entrare nella loro vita ascoltando le loro canzoni attraverso si scoprono i limiti e le incoerenze degli adulti».

Fonte: Il Sole 24 Ore