Musk lancia un partito e spaventa gli investitori

Musk lancia un partito e spaventa gli investitori

Il ruolo (non giocato) del board

L’annuncio ha riacceso anche i riflettori sulla governance interna. Il consiglio di amministrazione, guidato da Robyn Denholm, è tornato nel mirino. La presidente aveva smentito a maggio indiscrezioni su un possibile cambio al vertice, ma le pressioni aumentano. Azoria Partners, ad esempio, ha deciso di sospendere il lancio di un ETF su Tesla, e il ceo James Fishback ha chiesto pubblicamente una presa di posizione chiara del board sul coinvolgimento politico di Musk.

Ann Lipton, docente di diritto societario all’Università del Colorado, ha sintetizzato il problema in modo netto: «In un’altra società, il consiglio avrebbe già valutato se la condotta del ceo è coerente con il suo ruolo. Tesla, invece, ha storicamente adottato una postura attendista, lasciando che Musk gestisse liberamente le sue iniziative esterne».

Non è solo una questione di presenza simbolica. A maggio, un gruppo di azionisti tra cui i fondi pensione della città di New York ha chiesto formalmente che Musk dedichi almeno 40 ore settimanali a Tesla, segnalando il timore che l’azienda, pur avendo beneficiato della visione del suo fondatore, rischi ora una leadership intermittente.

Numeri e concorrenza

Nel secondo trimestre 2025, Tesla ha consegnato 384.122 veicoli, un miglioramento rispetto al trimestre precedente (+14,1%) ma ancora in calo annuo del 13,5%. I modelli di punta (S, X e Cybertruck) sono fermi a quota 10.394 unità, in flessione del 52%. A trainare il risultato sono ancora Model 3 e Model Y, ma il mix prodotto si impoverisce e la marginalità ne risente.

Nel frattempo, la concorrenza cinese accelera. Il gruppo Xpeng-Nio-Li Auto-Zeekr ha superato Tesla per la prima volta nel secondo trimestre, con un vantaggio di 33.000 consegne. Due anni fa, il distacco era di oltre 300.000 veicoli a favore di Tesla. Un segnale non solo industriale, ma politico: il primato non è più un dato acquisito, e Musk lo sa.

Fonte: Il Sole 24 Ore