Mutui, a gennaio il tasso scende al 3,09%

Mutui, a gennaio il tasso scende al 3,09%

I tassi di interesse sui mutui per la prima casa sono calati ancora, dal 3,11% di dicembre al 3,09%, nel mese di gennaio, durante il quale la Bce ha tagliato di un altro 0,25% i tassi di interesse. I finanziamenti alle imprese hanno segnato una contrazione dal 4,4 al 4,2 per cento, in flessione di oltre un punto rispetto al 5,45 per cento del mese di dicembre. Il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso dal 4,44% di dicembre al 4,41 per cento.

A dicembre saliti dello 0,2% i prestiti alle famiglie

I numeri emergono dal bollettino mensile dell’Abi relativo al mese di gennaio 2025. L’andamento degli impieghi bancari evidenzia a dicembre una ripresa dei finanziamenti alle famiglie (in particolare i mutui), in aumento dello 0,2 per cento rispetto a novembre, mentre i prestiti alle imprese risultavano ancora in calo del 2,3 per cento. Complessivamente, nel mese di gennaio, gli impieghi hanno segnalato una contrazione media dell’1 per cento. Il settore delle imprese continua a risentire del rallentamento della crescita economica nel paese.

I crediti deteriorati restano sotto controllo

Resta sempre sotto controllo l’andamento dei crediti deteriorati. A dicembre 2024 gli Npl netti (cioè l’insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche) sono diminuiti a 30,4 miliardi di euro, da 32,1 miliardi di settembre 2024 (30,5 miliardi a dicembre 2023). A fine 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,47% dei crediti totali. A settembre 2024, tale rapporto era l’1,54% (1,41% a dicembre 2023; il valore è cresciuto per via della riduzione degli impieghi).

Scende allo 0,43% il tasso sui conti correnti

La raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di oltre 156 miliardi tra dicembre 2023 e dicembre 2024 (47,1 miliardi famiglie, 17,9 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione). La raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno fa del 6,0% (+7,2% nel mese precedente). I soli depositi nel complesso sono cresciuti del 2,1% su base annua (+2,0% il mese precedente). La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) è risultata in aumento del 2,6% su base annua. Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a gennaio è stato il 2,77%; a dicembre 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 2,89%; area dell’euro 2,68%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi Bce) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 248 punti base. Il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato lo 0,86% (0,89% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022). Il tasso sui soli depositi in conto corrente, che non ha la funzione di investimento è lo 0,43 per cento (0,46% nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022).

Fonte: Il Sole 24 Ore