Napoli, a Piazza Garibaldi parte la rigenerazione sociale condivisa

Napoli, a Piazza Garibaldi parte la rigenerazione sociale condivisa

Riqualificare piazza Garibaldi a Napoli, importante snodo ferroviario, porta di ingresso e cuore della città, ma con gravi e storici problemi di degrado e di ordine pubblico. Per riqualificarla si è messo in moto un ampissimo partenariato che vede in prima fila il Comune di Napoli affiancato da quaranta tra Associazioni di volontariato e Fondazioni oltre a industriali napoletani e due banche, con un budget di un milione. Parte così il progetto «La bella piazza: azioni di co-gestione degli spazi pubblici di Piazza Garibaldi”, primo esempio in Italia di cogestione pubblica e privata di un pezzo importante di città da recuperare.

Pubblico e privato con la stessa missione

La ristrutturazione, quella fisica ed edilizia di Piazza Garibaldi è stata realizzata da qualche anno, ma non è bastato a renderla luogo sicuro, inclusivo, decoroso. Il nuovo progetto invece punta tutto sul recupero civico e sociale, ponendosi due finalità generali. La prima, trasformare l’Area Nord di piazza Garibaldi, “biglietto da visita” di Napoli, in un luogo curato, accogliente e inclusivo. La seconda finalità è quella di codificare un modello di gestione pubblico-privato che nel tempo possa essere replicato anche in altre zone della città e in Italia.

Servizi, cultura, manutenzione

L’intervento si concentra nell’area Nord della piazza, quella in cui c’è una “Cavea”, un anfiteatro, che dal Comune sarà messo a disposizione delle associazioni in cambio, non di denaro, ma di servizi che queste offriranno. Sarà assicurata pulizia, cura del verde, manutenzione in senso ampio. Oltre a servizi sociali e a una offerta culturale. Sarà assicurata la manutenzione e il presidio di aree giochi e sportive. Ci sarà un servizio di supporto ai senza dimora e laboratori all’aperto con percorsi di animazione socio-educativa. E’ prevista anche una valorizzazione turistica della piazza: info Point, passeggiate interculturali e Migrantour, un intervento di urban game design. Saranno aperti due degli otto chioschetti già presenti ma mai utilizzati che saranno utilizzati come piccoli negozi e uno in particolare sarà sede di una sorta di portineria “sociale”. Il primo degli 8 chioschi che insistono nella piazza è stato destinato infatti al personale della Cooperativa Dedalus per attività sociali e civiche. Gradualmente apriranno gli altri, a partire da quello della Polizia Municipale.

Intervento da un milione

Con la firma della convenzione, della durata di 4 anni, rinnovabili per altri 4, tra Comune di Napoli e privati, è partita l’operazione per cui è previsto l’investimento di circa un milione di euro. Il progetto, nato da un’idea dell’associazione Est(ra)Moenia, ha costruito un’ampia e originale alleanza fatta da cooperative sociali e associazioni (Cooperativa sociale Dedalus, Associazione IF-Imparare Fare ETS, Associazione Aste & Nodi, Casba Società Cooperativa Sociale, Associazione Officine Gomitoli, Associazione Ethnos Club, Associazione A Voce Alta, Associazione Senegalesi Napoli, Comitato Orgoglio Vasto) e da altri attori economici e imprenditoriali che investono nell’area di Piazza Garibaldi (Caracciolo Hospitality Group, Accademia della Moda, Accor Hospitality Italia, Farmacia De Biasi, I Sapori di Parthenope, Cima, Moccia Irme, Vincar, Studio Keller). Alleanza che ha trovato il sostegno e il coinvolgimento del Dipartimento di Architettura e Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli, Forum Disuguaglianze Diversità, Cgil Campania e Napoli, con l’adesione di Teatro Mercadante – Teatro Stabile di Napoli, Teatro Bellini di Napoli, il Museo di Arte Moderna, MAD Entertaiment, Museo archeologico nazionale di Napoli, Accademia di Belle Arti di Napoli, Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. “La bella piazza” è un progetto sostenuto dalla Fondazione Con il Sud e cofinanziato da Fondazione Azimut, Fondazione Peppino Vismara, Fondazione Rut, Intesa Sanpaolo, Unicredit, CHG – Caracciolo Hospitality Group, Accademia della Moda, Accor Hospitality Italia, Farmacia De Biasi, I Sapori di Parthenope, Cima, Moccia Irme, Est(ra)Moenia, Vincar, Studio Keller.

Manfredi: «Un modello da replicare»

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: «Avviamo una sperimentazione unica in Italia, creiamo un modello da replicare». Per il prefetto di Napoli, Michele Di Bari: «Da alcuni mesi è partito il presidio del territorio con un servizio di vigilanza del tutto particolare». Per le Fondazioni è ormai assodato che la rigenerazione debba partire dal sociale e che gli interventi del Terzo settore siano anche stimoli per una economia sana. Il presidente degli industriali di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, parla di un modello da estendere e chiede al Comune il coinvolgimento delle imprese anche su Bagnoli e zona orientale.

Fonte: Il Sole 24 Ore