
Nato e crisi Usa-Iran, Meloni oggi alla Camera: la doppia partita tra Trump e gli alleati europei
Tenere fuori l’Italia da una possibile escalation militare senza sfilacciare il solido rapporto con Donald Trump, rimanendo coerenti con l’assunto che l’Iran non possa dotarsi della bomba atomica e perorando al contempo la causa del negoziato. È molto complessa la posizione che la premier Giorgia Meloni deve assumere di fronte alla crisi internazionale innescata dall’attacco all’Iran da parte di Israele e Stati Uniti che alimenta lo spettro di una guerra globale e impone all’Italia di rimodulare la strategia. Ma sul tavolo c’è anche il vertice Nato del 24 e 25 giugno con i timori dei leader europei di netti smarcamenti di Trump dall’Alleanza Atlantica.
Un primo confronto ci sarà in Parlamento, quando la presidente è attesa alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio Ue, con i partiti che stanno limando le risoluzioni sul tema dopo l’evoluzione della crisi in Medio Oriente. La postura dell’Italia nello scacchiere mediorientale è stato oggetto anche di una lunga telefonata con la segretaria del Pd, Elly Schlein, che chiede al governo di non partecipare ad azioni militari né di consentire «che il nostro territorio possa essere utilizzato per fornire sostegno alla guerra». Istanza sposata da buona parte del centrosinistra.
Riunione con i ministri, telefonate con i leader internazionali
Domenica 22 giugno Meloni ha riunito in videoconferenza tutti i ministri interessati e i servizi e, a seguire, ha sentito diversi leader internazionali condividendo con loro la necessità di riprendere rapidamente i negoziati e giungere ad una soluzione politica della crisi. Poi, un punto telefonico con il capo dello Stato, Sergio Mattarella, per tenerlo informato e condividere l’obiettivo di far tornare l’Iran al tavolo delle trattative.
Fonte: Il Sole 24 Ore