
Nato, il documento finale. «Impegno ferreo» alla difesa: un attacco a uno, è un attacco a tutti
«Restiamo uniti e risoluti nella nostra determinazione a proteggere il nostro miliardo di cittadini, difendere l’Alleanza e salvaguardare la nostra libertà e democrazia».
Così si legge nella dichiarazione del vertice della Nato all’Aia, dal quale testo si deduce un patto implicito tra Donald Trump e tutti gli altri leader dell’Alleanza. Il paragrafo 1 del documento di una pagina contiene un «impegno ferreo alla difesa collettiva come sancito dall’articolo V del Trattato di Washington». E inizia così: «Noi, Capi di Stato e di Governo dell’Alleanza Atlantica, ci siamo riuniti all’Aia per riaffermare il nostro impegno nei confronti della Nato, l’Alleanza più forte della storia, e del legame transatlantico. Riaffermiamo il nostro ferreo impegno per la difesa collettiva, come sancito dall’Articolo 5 del Trattato di Washington: un attacco a uno, è un attacco a tutti».
No condanna alla Russia
Il documento per la prima volta non condanna l’attacco all’Ucraina da parte russa, anche se descrive Mosca come una «minaccia a lungo termine».
«Uniti di fronte alle profonde minacce e sfide per la sicurezza, in particolare alla minaccia a lungo termine rappresentata dalla Russia per la sicurezza euro-atlantica e alla persistente minaccia del terrorismo, – prosegue il documento – gli Alleati si impegnano a investire il 5% del Pil all’anno in requisiti di difesa fondamentali, nonché in spese relative alla difesa e alla sicurezza, entro il 2035, per garantire i nostri obblighi individuali e collettivi, in conformità con l’articolo 3 del Trattato di Washington. I nostri investimenti garantiranno la disponibilità di forze, capacità, risorse, infrastrutture, prontezza operativa e resilienza necessarie per la deterrenza e la difesa, in linea con i nostri tre compiti fondamentali: deterrenza e difesa, prevenzione e gestione delle crisi e sicurezza cooperativa».
Sostegno all’Ucraina
Tutti i membri della Nato hanno quindi sottoscritto la dichiarazione che sancisce il considerevole aumento della spesa al 5% del Pil, benché la Spagna abbia dichiarato di non aver bisogno di raggiungerlo e di poter rispettare i propri impegni spendendo molto meno.
Fonte: Il Sole 24 Ore