Nei farmaci il salvagente del made in Italy

Nei farmaci il salvagente del made in Italy

Spinta che arriva in particolare dal distretto di Firenze, con la provincia toscana che nel primo trimestre arriva a piazzare verso Washington quasi due miliardi di vendite, confermando il primato per export a stelle e strisce tra tutti i territori italiani, ancora una volta davanti a Milano.

Più in generale, e al di là della spinta momentanea legata all’effetto-dazi, per la farmaceutica una crescita robusta è ormai visibile da anni, con l’Italia che ha ormai consolidato il proprio ruolo di hub produttivo globale grazie ai progressi dei produttori nazionali ma soprattutto per effetto dei continui investimenti produttivi delle numerose multinazionali che si sono insediate qui. In dieci anni i valori di export della categoria sono così lievitati a dismisura: dai 19,9 miliardi del 2015 ai quasi 54 del 2024. Mentre i 35,7 miliardi di export realizzati nel primo semestre sono già superiori ai valori dell’intero 2019 (così come del 2020 o del 2021). Come risultato di questi progressi oltre la media, se nel 2015 io comparto del farmaco valeva il 5% del nostro export manifatturiero, ora siamo a ridosso del 12%.

Guardando alle altre produzioni made in Italy nella prima metà dell’anno, l’unico altro macro-comparto in progresso significativo oltre ai farmaci è quello alimentare, in guadagno di oltre cinque punti, quasi un miliardo e mezzo in più in termini assoluti. Altrove, tra i settori sono visibili quasi ovunque segni meno, mediamente di portata limitata con la sola eccezione degli autoveicoli, unica area in discesa a doppia cifra. Il che per il settore si traduce in 1,4 miliardi di vendite in meno rispetto allo stesso periodo 2024.

Scorrendo i risultati dei singoli paesi il dato migliore in termini di crescita assoluta dell’export è per la Spagna, che vede una crescita di due miliardi (quasi 12 punti percentuali), anche in questo caso per effetto di un boom della farmaceutica, dove le vendite sono più che triplicate. Da segnalare anche il recupero della Germania: dopo due anni in contrazione, nel primo semestre si rivede la crescita, con un guadagno di quasi un miliardo trainato dai mezzi di trasporto diversi dalle auto. Un contributo rilevante alla crescita continua ad essere fornito dal Medio Oriente, con Emirati Arabi, Kuwait ed Arabia Saudita ad aggiungere nei primi cinque mesi dell’anno oltre un miliardo di vendite rispetto allo stesso periodo del 2024.

Positivo, seppure in contrazione, è l’avanzo commerciale, compresso nella prima metà del 2025 a 23 miliardi per effetto delle maggiori importazioni effettuate dalla Cina. Ma ancora una volta, anche per questo indicatore l’asset vincente del made in Italy è Washington: in attesa di valutare l’impatto dei dazi al 15% sulla domanda Usa, nel primo semestre il saldo attivo verso Washington supera infatti i 20 miliardi di euro, record semestrale di sempre ora messo a rischio dalle nuove politiche tariffarie.

Fonte: Il Sole 24 Ore