
Nel 2026 stop al bonus mobili. Maxi taglio per i lavori in casa
Effettuare i bonifici entro la fine dell’anno. Per congelare gli sconti attualmente disponibili ed evitare, così, brutte sorprese legate al massiccio taglio delle agevolazioni casa in programma a partire dal primo gennaio del 2026. La fotografia degli ultimi mesi del 2025, vista dall’angolo delle detrazioni per le ristrutturazioni, parte da questo dato: in un clima di incertezza massima su proroghe e rinnovi degli sconti, dettata anche dalla linea di ferma cautela sul fronte dei conti pubblici emersa dalle dichiarazioni dello scorso fine settimana, i cittadini dovranno puntare sulla prudenza. Mentre per le imprese potrebbe delinearsi un mercato molto critico, caratterizzato da un forte ritorno dei lavori in nero.
Bonus mobili
Il nuovo anno, infatti, inizierà all’insegna del taglio di molte agevolazioni che hanno accompagnato gli italiani in questi anni. Un taglio, tra l’altro, abbinato al nuovo tetto alle spese detraibili sopra i 75mila euro di reddito. La maggiore attenzione è puntata sul bonus mobili, lo sconto al 50% dedicato ad arredi e grandi elettrodomestici con tetto di spesa a 5mila euro. Dopo la conferma dello scorso anno (senza, peraltro, meccanismi di penalizzazione per le seconde case), al momento per la detrazione è in calendario un taglio a fine anno. Va detto che questo bonus, nelle ultime stagioni, è stato sempre oggetto di rinnovi ogni dodici mesi; stavolta, però, la difficile congiuntura dei conti pubblici potrebbe metterlo a forte rischio.
Superbonus e bonus barriere
Per questo motivo, appare segnato (in negativo) il destino del superbonus, ora al 65%: anche se in versione ormai ridotta, è davvero improbabile che il Governo ipotizzi un’estensione dello sconto per l’efficientamento energetico. Qualche chance in più ci sarà per il bonus barriere architettoniche al 75%: anche questo è in scadenza a fine anno e, in assenza di interventi, sarà riassorbito dalle agevolazioni ordinarie dedicate a tutte le ristrutturazioni.
Bonus casa standard
Proprio il bonus casa “standard”, dedicato alla maggior parte dei lavori, rappresenta il caso più problematico. Attualmente, questo si attesta al 50% per le prime case e al 36% per le seconde. Da gennaio 2026 si passerà al 36% per le abitazioni principali e al 30% per le altre. Quindi, interventi come lo spostamento di tramezzi, il rifacimento di impianti, l’installazione di infissi o pompe di calore, la posa di pavimenti e la manutenzione straordinaria dei bagni saranno tutti detraibili, nella migliore delle ipotesi, al 36 per cento.
Un livello di sconto fiscale che, da un lato, renderà di nuovo estremamente conveniente il “nero”, dall’altro rischia di dare un colpo molto duro al mercato dell’edilizia residenziale. In questo scenario il Governo sarà chiamato a valutare l’opportunità di un nuovo intervento di revisione degli sconti, considerando l’esiguità delle risorse disponibili e l’utilizzo per altre priorità, a partire dalla riduzione dell’Irpef per il ceto medio.
Fonte: Il Sole 24 Ore