Nel Canyon di Caprera il “regno” della biodiversità e rifugio dei cetacei

Nel Canyon di Caprera il “regno” della biodiversità e rifugio dei cetacei

Al largo delle coste della Sardegna nord orientale, il “regno” della biodiversità e rifugio per i cetacei nel Mediterraneo occidentale. È il Canyon di Caprera, situato tra le 15 e le 30 miglia al largo del nord est dell’isola in acque internazionali e considerato per via dei suoi 1000 metri di profondità «uno dei più grandi canyon sottomarini della regione del Mar Tirreno». Area considerata, come viene rimarcato da uno studio effettuato dall’associazione Sea Me Sardinia (con il supporto di diversi enti finanziatori, tra cui One Ocean Foundation, e pubblicato sulla rivista scientifica internazionale PLOS One) «importante hotspot per i cetacei e punto nevralgico per la conservazione della biodiversità marina nel Mediterraneo».

Nove anni di indagini

Nell’arco di nove anni, ossia dal 2011 al 2019, i ricercatori hanno effettuato 216 spedizioni in mare, percorrendo oltre 30 mila chilometri e registrando 810 avvistamenti. Durante queste osservazioni, sono state identificate sette delle otto specie di cetacei regolarmente presenti nel Mediterraneo, «confermando l’elevata diversità e la rilevanza ecologica del Canyon di Caprera». Tra le specie osservate ci sono la stenella striata, la balenottera comune, lo zifio, il capodoglio, il delfino comune, il grampo e tursiope. Nella stessa area sono stati riportati anche due avvistamenti occasionali di una specie appartenente alla famiglia degli zifidi: il mesoplodonte di Sowerby (Mesoplodon densirostris). Oltre ai cetacei, l’area ospita altre specie di rilevanza ecologica e conservazionistica, tra cui tartarughe marine (Caretta caretta), pesci cartilaginei come la mobula e varie specie di squali e uccelli marini.

Le minacce per la specie marina

«Tuttavia, come il resto del Mediterraneo, anche quest’area marina pelagica presenta una serie di minacce di natura antropica, tra le quali gli effetti dell’intenso traffico nautico, della pesca intensiva e dell’inquinamento (sia chimico sia acustico) – sottolineano dall’associazione -. Di particolare preoccupazione sono il rischio di collisione con navi e imbarcazioni, le catture accidentali con gli attrezzi da pesca e il disturbo dato dal rumore sottomarino, specialmente per specie sensibili come lo zifio. Questi fattori possono portare anche alla mortalità diretta ed evidenziano dunque l’urgente necessità di implementare misure di tutela efficaci. A tutto ciò si aggiungono le conseguenze su larga scala dei cambiamenti climatici in atto, che agiscono su diversi fattori come, ad esempio, la distribuzione delle prede e gli spostamenti». La ricerca, inoltre, «supporta la candidatura del Canyon di Caprera come Imma (Important Marine Mammal Area), un’area identificata come cruciale per la sopravvivenza e il benessere dei mammiferi marini».

«Nonostante il suo valore ecologico, il Canyon di Caprera è ancora esposto a forti pressioni antropiche – dice Jan Pachner, Segretario Generale di One Ocean Foundation . Per questo One Ocean Foundation è in prima linea con attività scientifiche e azioni concrete per rafforzare le misure di tutela e garantire la conservazione di questo ecosistema unico».

Fonte: Il Sole 24 Ore