Nel mare di Taranto il primo rifugio protetto d’Europa per i delfini

Nel mare di Taranto il primo rifugio protetto d’Europa per i delfini

In antitesi ad una narrazione che descrive la città solo prigioniera dell’inquinamento dell’ex Ilva e tralascia i passi avanti che pure negli ultimi anni ci sono stati, ecco che i mari di Taranto – sì, proprio quelli sui quali si staglia la fabbrica dell’acciaio – si mostrano resilienti e diventano il luogo d’una vitalità inaspettata e sorprendente che coniuga bellezza, ricerca, salvaguardia ambientale e turismo. Infatti sono ormai anni che la rada di Mar Grande ospita delfini, le cui evoluzioni sono motivo di attrazione per le visite guidate. Inoltre, da qualche giorno in Mar Piccolo sono stati liberati altri 150 esemplari di cavallucci marini provenienti dall’Acquario di Genova – ed è la seconda immissione del 2025 – e ora, sempre in Mar Grande, a ridosso dell’isola di San Paolo della Marina Militare, ha preso forma il primo rifugio protetto del Mediterraneo. È destinato ad ospitare i delfini che via via verranno liberati da acquari e strutture zoologiche in fase di dismissione. Cetacei che passeranno quindi da uno stato di cattività ad un ambiente naturale e vigilato attraverso un percorso che richiederà più fasi di adattamento.

L’evoluzione di Jonian Dolphin Conservation

Anima del progetto del rifugio protetto, chiamato “San Paolo Dolphin Refuge”, sono l’associazione di Taranto Jonian Dolphin Conservation, che da tempo si occupa dei delfini nelle acque della città, e Fondazione con il Sud. Quest’ultima è un’alleanza tra fondazioni bancarie, terzo settore e volontariato ed ha l’obiettivo di promuovere l’infrastrutturazione sociale del Mezzogiorno. Partner dell’iniziativa è anche il Comune di Taranto.

Si è partiti da ricerca, studio, cura e valorizzazione, anche turistica e ambientale, dei delfini per arrivare poi all’insediamento in uno dei palazzi più belli della città vecchia – palazzo Amati – di Kètos, un centro dedicato al mare e ai cetacei, ed ora i nuovi passi sono il rifugio protetto in mare, in via di completamento, e l’allestimento del primo e secondo piano di palazzo Amati per posizionarvi altre attività legate al mare ma, soprattutto, la control room. Questa vigilerà sul rifugio protetto e sui delfini ospitati e sovrintenderà su uno dei due laboratori previsti, mentre l’altro sarà in mare. Nel progetto, Fondazione con il Sud vi ha messo quasi 2 milioni di euro. Il Comune di Taranto la disponibilità dell’immobile.

Capienza per ospitare sino a 17 delfini ma saranno meno

Il rifugio protetto è un’area a mare di 7 ettari al cui interno è posizionata una vasca, fatta da strutture galleggianti in superficie e reti che arrivano sino ai fondali, di circa 1.600 metri quadrati. In particolare, dettaglia la fondazione Con il Sud, “in mare saranno presenti delle grandi vasche naturali, 40×40 metri, formate da banchine galleggianti per ospitare i delfini a cui si aggiunge una vasca veterinaria con sistema di sorveglianza h24 attraverso telecamere e sensori per monitorare parametri ambientali”. Inoltre, nell’area ci saranno quattro boe, di cui tre di segnalazione ed una munita di strumenti per tenere sotto controllo la qualità dell’aria e tutto ciò che avviene in mare. Il rifugio è dimensionato per accogliere sino a 17 delfini, ma in realtà – si conta dal prossimo anno – ne saranno ospitati meno per consentire a questi cetacei, dopo anni vissuti in cattività e in vasche di cemento, le migliori condizioni possibili di reinserimento nell’ambiente naturale marino. Carmelo Fanizza, founder di Jonian Dolphin Conservation, dice che questo sarà il luogo del tranquillo “pensionamento” dei delfini, essendo esclusa la loro reimmissione in mare aperto. Per Fanizza, “il ‘San Paolo Dolphin Refuge’ costituisce un modello sperimentale e replicabile che favorirà lo sviluppo di nuovi protocolli e infrastrutture per la gestione sostenibile e il benessere a lungo termine dei cetacei”.

Fonte: Il Sole 24 Ore