Nel nuovo bilancio UE 8,6 miliardi destinati a cultura, media e società civile

Nel nuovo bilancio UE 8,6 miliardi destinati a cultura, media e società civile

La Commissione europea ha presentato la proposta per il Quadro Finanziario Pluriennale 2028–2034, lo strumento che definirà le priorità di spesa dell’Unione nei prossimi sette anni. Il documento, che apre ora la fase negoziale tra Parlamento europeo e Consiglio, prevede una dotazione complessiva di 1.984,6 miliardi di euro, pari all’1,26% del Reddito Nazionale Lordo dell’UE, segnando un incremento significativo rispetto all’attuale bilancio settennale 2021–2027, fissato a 1.211 miliardi (1,1% del RNL). Si tratta del piano finanziario più ambizioso mai proposto dall’Unione, concepito per rafforzare la sua autonomia strategica e dotarla di strumenti flessibili per affrontare le sfide geopolitiche e sistemiche che caratterizzeranno il prossimo decennio.

Cultura e creatività, cresce la dotazione

Buone notizie per il settore culturale che, dopo mesi di incertezze, tagli ai bilanci nazionali e segnali poco incoraggianti da Bruxelles, può finalmente tirare un sospiro di sollievo. A generare allarme era stata anche una bozza preliminare del nuovo programma Europa Creativa, finora unico strumento interamente dedicato al sostegno delle industrie culturali e creative , che aveva spinto centinaia di enti e migliaia di professionisti ad aderire alla campagna Ask, Pay, Trust the Artist, promossa dal network europeo Culture Action Europe.

Ma, nonostante le preoccupazioni, la Commissione ha risposto raddoppiando la dotazione complessiva destinata a cultura e media che passa così da 2,44 miliardi dell’attuale programma di Europa Creative (2021-2027) a 4,99 miliardi di euro, portando la quota dedicata a questi settori dallo 0,23% allo 0,25% del totale. Il significativo aumento delle risorse si inserisce nel contesto del lancio di AgoraEU il nuovo programma da 8,6 miliardi di euro che accorpa gli attuali Creative Europe e Citizens, Equality, Rights & Values (CERV), dedicato alla promozione della cittadinanza attiva, dei diritti fondamentali e dello stato di diritto.

Le ragioni alla base dell’accorpamento, illustrate dalla Commissione europea lo scorso 16 luglio durante la presentazione ufficiale della proposta, risiedono nella volontà di superare la frammentazione dei canali di finanziamento e di integrare pienamente la cultura all’interno delle priorità strategiche dell’Unione. Si tratta di un’operazione che, secondo Bruxelles, non comprometterà l’autonomia operativa dei settori coinvolti, i quali continueranno a beneficiare di una certa indipendenza gestionale e programmatica. Il nuovo programma AgoraEU si articolerà di fatto in tre filoni principali:

Fonte: Il Sole 24 Ore