Netflix e Amazon sfidano Agcom al Tar: «No agli obblighi come le telco»

Netflix e Amazon sfidano Agcom al Tar: «No agli obblighi come le telco»

Oltre alla questione legale, la società denuncia i rischi economici: «Costringere chi gestisce Cdn a una licenza da operatore di telecomunicazioni significa scoraggiare gli investimenti in Italia. Potrebbe avere come conseguenza quella di portare i server altrove». Con l’effetto paradossale che «i dati viaggerebbero più lontano, le connessioni diventerebbero più lente e la rete più congestionata. In breve, un internet peggiore».

Netflix teme anche – e forse più di tutto verrebbe da dire – un effetto collaterale: l’apertura, per via regolamentare, alla temuta “network fee” (o “fair share”, detta in altro modo), vale a dire la tassa sulle reti che le telco europee invocano da anni e che Bruxelles ha finora respinto per tutelare la neutralità della rete. Venire classificati come telecomunicazioni, è il ragionamento, potrebbe portare l’Autorità a fissare tariffe di interconnessione. E in quel momento nascerebbe una network fee.

Di suo l’Agcom già in estate – e in precedenza, durante la consultazione – ha rispedito l’accusa al mittente, precisando che la delibera non rappresenta una riproposizione del dibattito sul fair share, ma solo l’eventuale possibilità di arbitrati tecnici tra le parti in caso di controversie. E ha sottolineato, l’Autorità, che la delibera colma solo un vuoto legato al fatto che Dazn è sottoposta a un regime non applicato ad altri operatori come Netflix & co. Tutto questo insieme al fatto che la delibera ha valore ricognitivo e demanda al Mimit un possibile regolamento.

Al Ministero sono già in corso valutazioni e una delle opzioni è adottare un regolamento “semplificato”, che tenga cioè conto della specificità delle piattaforme internet. Una soluzione di compromesso, che potrebbe maturare a fine anno quando sarà anche più chiaro se la Ue, con il nuovo Digital networks act, intende muoversi nella stessa direzione.

«Siamo un servizio di intrattenimento in streaming e il nostro obiettivo è quello di soddisfare i nostri abbonati con i film e le serie che amano. Non siamo un’azienda di telecomunicazioni, quindi non ha senso regolarci come tale. Anzi, aggiungere ulteriori norme rallenterebbe l’innovazione e danneggerebbe l’intero ecosistema dell’intrattenimento», commenta Thomas Volmer, director Content delivery policy a Netflix.

Fonte: Il Sole 24 Ore