
New York, l’America e le promesse infrante nell’opera di John Fekner
John Fekner e New York, New York e John Fekner. La protesta che si legge, ovunque. I suoi Warning Signs erano in ogni distretto della città, simbolo condiviso di denuncia sociale, nei luoghi dimenticati dall’amministrazione, nelle comunità abbandonate dal governo americano, messaggi che oggi più che mai risuonano attuali e necessari, messaggi che sono diventati globali.
Artista schivo e allergico al presenzialismo, concentrato sul messaggio e non sulla propria riconoscibilità, è stato protagonista insieme a Keith Haring, Andy Warhol, Jenny Holzer, della scena artistica rivoluzionaria dell’arte urbana tra gli anni ’70 e ’80.
La mostra BROKEN PROMISES, Broken Promises, allestita presso SPAZIOC21, in collaborazione con Match Gallery e il museo MGML di Ljubliana, dedicata al pioniere della stencil art, ripercorre l’intensa ed estesa produzione di Fekner attraverso una selezione di opere-simbolo della sua battaglia e della sua arte concettual-ambientalista in cui date, parole, stencil su strade, palazzi, auto, dal Queens al Bronx e Manhattan ma anche Toronto, Washington, fino alla Svezia, sono diventate parte integrante dei luoghi che le hanno ospitate.
La città di New York
Le promesse non mantenute, gli ideali traditi, Fekner si fa portavoce delle istanze della sua epoca, che partendo dalla sua città diventano simboli di una denuncia sociale condivisa e globale. Il lavoro di Fekner nella città di New York inizia prestissimo, già alle scuole superiori, per evolvere negli anni, espandersi e crescere, anche nelle dimensioni delle opere, diventando parte dell’architettura metropolitana e parte delle comunità. Il lavoro di Fekner riesce a coinvolgere in modo istintivo i residenti e diventa megafono per chiedere cambiamenti e reazioni alle istituzioni. I ragazzi di quartiere diventano suoi assistenti improvvisati e i citati Warning Signs entrano nel linguaggio comune americano come definizione di progetti di stencil art urbana, le sue denunce si espandono oltre il confine della città e degli stessi Stati Uniti.
Ogni opera di Fekner ribadisce l’interesse e le preoccupazioni dell’artista legati alla realtà che la società americana ha iniziato a vivere tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, il decadimento urbano, i rifiuti tossici, la minaccia dei mass media, le pubblicità e la difficile situazione dei nativi americani.
Fonte: Il Sole 24 Ore